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Il tessitore - Clio Pizzingrilli - copertina
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Il tessitore - Clio Pizzingrilli - copertina

Descrizione


Il tessitore è colui che vuole uscire e confondersi fra tutti. Ma non c’è che fare; appena sveglio è già in trappola: in un enorme letto due donne dormienti gli fanno la guardia, e riconoscono in lui, l’ignaro tessitore Iacme, il loro comune marito e vogliono lì per lì darsi alla vita coniugale. Ma il tessitore resiste, respinge i privati amplessi e anzi spalanca le porte della stanza a tutti quanti, sicché all’improvviso una folla, una moltitudine, un popolo intero si accalca intorno al letto, assetato di risposte. Dunque si parla, in un’economia concubinale, di avvenimenti decisivi nella vita di tutti quanti; e mentre la folla incalza indisciplinata, le due donne stringono ormai il sodalizio nuziale. Il tessitore però si ribella all’una e alle altre; tesse la sua parola insurrezionale “sveglia tutti”, uomini e donne, tutti quanti, e non dal sonno né da chi sa qual sogno ma proprio dalla veglia, dall’incubo del sé, che è sì la sua “trappola” ma anche quella di tutti quanti. Eppure, una parola sbagliata, forse un rovescio della fortuna ed ecco che il tessitore si ritrova di colpo nei panni dell’inquisito, torturato e condannato: tutti quanti minacciosamente chiudono il trio in una morsa di massiccia umanità che travolge e ammassa tutto, letto e tessitore, ma non le donne che, presto saltando giù dal letto, si uniscono alla moltitudine a schiacciare Iacme, che infine muore richiuso sotto tutti quanti. Così com’altrui piacque.

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Dettagli

1997
1 ottobre 1998
100 p.
9788886570213

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Augusto Wirbel
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Il tessitore è colui che vuole uscire e confondersi fra tutti. Ma non c’è che fare; appena sveglio è già in trappola: in un enorme letto due donne dormienti gli fanno la guardia, e riconoscono in lui, l’ignaro tessitore Iacme, il loro comune marito e vogliono lì per lì darsi alla vita coniugale. Ma il tessitore resiste, respinge i privati amplessi e anzi spalanca le porte della stanza a tutti quanti, sicché all’improvviso una folla, una moltitudine, un popolo intero si accalca intorno al letto, assetato di risposte. Dunque si parla, in un’economia concubinale, di avvenimenti decisivi nella vita di tutti quanti; e mentre la folla incalza indisciplinata, le due donne stringono ormai il sodalizio nuziale. Il tessitore però si ribella all’una e alle altre; tesse la sua parola insurrezionale “sveglia tutti”, uomini e donne, tutti quanti, e non dal sonno né da chi sa qual sogno ma proprio dalla veglia, dall’incubo del sé, che è sì la sua “trappola” ma anche quella di tutti quanti. Eppure, una parola sbagliata, forse un rovescio della fortuna ed ecco che il tessitore si ritrova di colpo nei panni dell’inquisito, torturato e condannato: tutti quanti minacciosamente chiudono il trio in una morsa di massiccia umanità che travolge e ammassa tutto, letto e tessitore, ma non le donne che, presto saltando giù dal letto, si uniscono alla moltitudine a schiacciare Iacme, che infine muore richiuso sotto tutti quanti. Così com’altrui piacque.

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recensione di Ferri, G., L'Indice 1998, n. 3

Una brutta mattina (che da un certo punto di vista potrebbe anche non essere troppo brutta) un uomo si sveglia, imprevedibilmente, nudo nel gran letto di una stanza, che non sembra proprio la sua, in mezzo a due donne che hanno dormito con lui: ma lui, proprio, non se n'era accorto. Sono due femmine fellinianamente matronali, apparentemente disinibite, piuttosto volgari. Ma carnalmente, in qualche modo, attraenti. L'uomo (forse un "tessitore", che vorrebbe uscire per "intrecciarsi" con gli altri, nel mondo) si mette invano sulla difesa. Subito viene coinvolto suo malgrado in una dialettica, o assurda, vicenda matriarcale e matrimoniale. È scapolo, ma deve accettare, pur mentendo (o almeno credendo di mentire), di discolparsi di colpe maritali "forse" mai commesse. Ma, come se ciò non bastasse, entra nella stanza una folla frenetica, esaltata, che decisamente lo mette sotto processo senza complimenti: e, infine, la protezione sponsale gli tornerà anche utile. I suoi adultèri, le sue fughe e le conseguenti accuse muliebri non sono poi così disperanti, quanto invece le diatribe (sociali, teologiche, etiche) che si vanno esasperando all'incalzare di quella masnada crudele, un moloch individuato con un attributo unico, onnicomprensivo (e non, come una trama, distinguibile): "tutti quanti". "Tutti quanti "fa questo, "tutti quanti" dice quello, "tutti quanti" non concede tregua.
Qualcuno potrebbe osservare che la storia, fra risvegli metamorfici e processi incomprensibili, ce l'ha già raccontata un certo dottor K, assicuratore frustrato di Praga. Tuttavia la verità scritturale è un'altra: perché se è vero "che la rivoluzione non è che il tentativo di sottrarsi alla coscienza della legge, legge che inchioda gli uomini alla colpa da espiare ininterrottamente" (come ci ricorda il protagonista di questa vicenda pur sempre ebraico-cristiana e burocratica), è anche evidente che... "tutto quanto "non va preso troppo sul serio, se non si vuole che "tutto quanto" finisca (salutarmente, per la verità) in una ridicola tragicommedia. E forse è vero, come dice Falstaff, che "tutto il mondo è burla": burla crudele, ma burla.
La scrittura narrativa (meglio, contronarrativa) di Pizzingrilli fa di tutto per essere irriverente verso il serioso modello kafkiano (la cui evidenza tragica, comunque, non viene negata): plurilinguismo surreale (dal provenzale, all'yiddish, al grammelot, più o meno sassone, anglo e no), asintattismo e sfasatura temporale (tipico l'incipit: ""Comincio" a svegliarmi che "potevano" essere almeno le sette di mattina..."), paradosso dialettico, e così via. Con la messa in moto di una sorta di duchampiana macchina celibe ("lo sposo messo a nudo dai suoi celibatari, anche"!), dal meccanismo inarrestabile, conseguente. Biologico. E visto che si tira in ballo Wittgenstein, potremmo dire con lui: "Se abbiamo determinato arbitrariamente qualcosa, qualcos'altro deve accadere". Un (ir)racconto, questo di Pizzingrilli, per chi non ne può più delle commerciali brodaglie pseudopsicosentimentali degli ultimi anni.

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