La terra rossa

Ecco che, quando uno meno se lo aspetta, si fa avanti il capolavoro assoluto che pochissimi conoscono e che invece dovrebbero leggere tutti! Perché in questo romanzo si trova tutto ciò che può rendere felice un uomo: la libertà completa, lontana dell'assurda civiltà, lontana dalle sciocchezze e dal mondo ipocrita dei "puliti". Meglio la polvere della terra rossa, la distesa infinita della Pampa, un largo cappello da gaucho, un agile cavallo rubato! Meglio perdersi nell'estancias a scoprirne le storie sorseggiando un po' di sano mate! Impossibile non farsi contagiare dalla generale spensieratezza del protagonista e degli uomini da lui incontrati, impossibile non fare il confronto con l'infelicità cronica che attanaglia invece il mondo civilizzato: oh civiltà, sei forse un madornale errore? Sentite qua: "Lasciatemi avere tanto i fenomeni spiacevoli quanto le cose che allettano i sensi, ed è molto probabile che vivrò in modo più sano e più felice di chi passa il proprio tempo su una nuvola scandalizzandosi della depravazione della natura. [...] Io odio tutti i sogni di pace perenne, tutte le meravigliose città del sole dove la gente consuma i propri anni monotoni e uggiosi in mistica contemplazione, oppure si diletta, come fanno i monaci buddisti, a fissare le ceneri di morte generazioni di devoti. È una condizione innaturale, ripugnantissima: per una mente sane e attiva, meglio il sonno senza sogni della tomba che una simile esistenza". La bellezza del mondo è tutta in questo romanzo, come la forza di raccontare senza vergogna le verità dei singoli uomini, le loro lotte e le loro sincere passioni, per quanto a volte spietate e brutali.

La storia di un inglese che vive un'esperienza avventurosa nella Banda Oriental (l'odierno Uruguay) negli ultimi decenni dell'800, tra afflati rivoluzionari e lotte per la terra, in un continente da sempre martoriato da guerre intestine e passioni barricadere. Accattivante per chi, come me, è attratto dall'atmosfera magica dell'America Latina.

Ho amato questo libro sin dalla prima pagina. Mi ha entusiasmato il modo in cui l'autore scrive, tenendo sempre a mente il lettore, non è un mero racconto di storie avventurose e romantiche allo stesso tempo, ma il lettore si sente parte del racconto. L'autore ama questa terra e il lettore, inevitabilmente finisce per amarla allo stesso modo. Sono paesaggi bucolici ma allo stesso tempo selvaggi quelli dell'Uruguay di più di un secolo fa e leggendo mi è parso di viverli in prima persona, o almeno questo è stato il desiderio.