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Il tempio degli uomini liberi. Il duomo di Modena - Dario Fo - copertina
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Descrizione


"Il Duomo di Modena è stato dichiarato "patrimonio dell'umanità" dall'Unesco, un riconoscimento che merita di essere non soltanto applaudito, ma soprattutto descritto e rappresentato. Di certo questa e un'opera d'arte straordinaria, ma in Italia di monumenti di grande valore ne esistono a migliaia. E allora cosa distingue questo capolavoro e lo rende unico, inarrivabile nel mondo intero? Esattamente, oltre la magnificenza dell'architettura e delle decorazioni scultoree, la sua storia e ciò che rappresenta. Il Duomo di Modena è un libro di pietra, ed è anche qualche cosa di più della Biblia pauperum, cioè una bibbia dei poveri, come la definivano i romantici dell'Ottocento." (Dario Fo)
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Dettagli

2004
1 luglio 2004
238 p., ill. , Brossura
9788882907143

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Riccardo Landi
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Chi ha visto lo spettacolo teatrale di Dario Fo non può perdersi questo libro. In esso sono contenute quelle allegorie e simbologie del mondo cristiano legate al lavoro degli umili che hanno costruito il Duomo di Modena. Un legame che congiunge in queste sculture e in questo libro di pietra il lavoro degli umili al messaggio cristiano... non più quindi una Chiesa simbolo del potere temporale della casta sacerdotale con il Cristo posto in alto sopra i sudditi e immagini e icone severe che vegliano sopra i fedeli... ma una nuova concezione della cristianità con sculture e statue edificate dai liberi cittadini modenesi che legano in maniera indissolubile il significato cristiano con il lavoro degli umili ,con la gente che produce con il suo lavoro e la sua maestria la bellezza di questo Duomo. La cultura di Dario Fo come sempre riesce a collegare gli aspetti artistici con la storia,la cultura e la politica del tempo...diversamente da molti storici dell'arte contemporanei che spesso dimenticano o volutamente omettono il risvolto storico politico di molte manifestazioni artistiche. Grazie Dario Fo per questo libro illuminante,grazie ancora.

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Dario Fo

1926, Leggiuno Sangiano, Varese

Attore e autore teatrale italiano. Premio Nobel per la Letteratura nel 1997.Dopo gli studi all’Accademia di Brera e le prime prove di teatro-cabaret (Il dito nell’occhio, 1953), ha scritto, diretto e interpretato testi in cui si fondono felicemente umorismo paradossale, comicità clownesca (derivata dalla tradizione popolare giullaresca e dalla Commedia dell’Arte) e satira politica: Settimo: ruba un po’ meno (1964), Morte accidentale di un anarchico (1971), Ci ragiono e canto (1972), Non si paga, non si paga (1974). Per i suoi monologhi (da Mistero buffo, 1969 e successivamente ampliato, a Johan Padan a la Descoverta de le Americhe, 1991, e Ruzante, 1995) ha inventato una vera e propria lingua, il grammelot, creativo ibrido dei diversi dialetti dell’Italia...

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