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Tecnologie per il potere. Come usare i social network in politica - Giovanni Ziccardi - copertina
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Descrizione


In questo libro sono affrontati i temi dell'uso spregiudicato dei big data, del "governo tramite gli algoritmi", della politica smart attraverso l'utilizzo di app e di grandi piattaforme consultive.

«Per capire il "nuovo mondo" nel quale ci muoviamo, si può leggere l'ultimo libro dello studioso Giovanni Ziccardi, un efficace compendio di tutti i temi essenziali della politica digitale, con l'aggiunta degli inquietanti scenari collegati alla cybersecurity e alla continua violazione della privacy per finalità di manipolazione del consenso» - Massimiliano Panarari, Il Venerdì

Le nuove tecnologie hanno rivoluzionato, è noto, il modo di far politica, disegnando un quadro sicuramente innovativo e, per molti versi, allarmante. Tra falsi profili, propaganda selvaggia, disinformazione e problemi di sicurezza, la nuova politica digitale riveste oggi un ruolo centrale in ogni Stato. In questo libro sono affrontati i temi dell'uso spregiudicato dei big data, del "governo tramite gli algoritmi", della politica smart attraverso l'utilizzo di app e di grandi piattaforme consultive, della profilazione politica di tutti i cittadini (mostrato al mondo dal clamoroso caso di Cambridge Analytica), del "giocare sporco" online diffondendo fake news e attacchi gratuiti agli avversari e della sicurezza informatica dei dati e delle attività dei politici.

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Dettagli

2019
21 febbraio 2019
254 p., Brossura
9788832850710

Voce della critica

Rete, social e post-democrazia

di Lelio Demichelis

Superat discipulo magister: la regola dice che l’allievo (Matteo Salvini) supera sempre il maestro (Matteo Renzi). Ma la regola è anche quella per cui oggi, grazie alla rete, il populismo si accresce quasi per autopoiesi/autoreferenzialità. Dal bullismo dei rottamatori al bullismo/proto-fascismo degli imprenditori della paura, il passo è stato facile. Ma entrambi sono neoliberali (Renzi e Salvini). Riproducono in forme apparentemente diverse il medesimo modello tecnico e capitalista e rappresentano la continuazione del sistema con altri mezzi per realizzare l’uomo e la società a una sola dimensione, quella della competizione, della forma impresa, dell’individualismo e dell’ego(t)ismo. Lo fanno attivandosi in nome di una presunta modernità neoliberale (Renzi) o attivando un popolo-moltitudine mobilitato (la rabbia e il rancore - Salvini) contro le caste, pur essendo entrambi parte della casta. Ma una cosa ancora accomuna il maestro e l’allievo (e a Trump ma anche a Obama, il primo ad averle usate e piegate alla conquista del potere): l’uso delle nuove tecnologie (rete/social) come ‘tecnologie per il potere’ – secondo questo nuovo libro di Giovanni Ziccardi – che ci rinvia, tra i molti possibili, a un altro libro, Tecnologie del dominio, del Gruppo Ippolita (Meltemi).

Perché sempre il potere ha usato tecniche particolari per conquistare il potere, per legittimarsi e possibilmente conservarlo nel tempo: dall’antica retorica ai persuasori occulti novecenteschi secondo Vance Packard; dalle ideologie politiche e dalle manifestazioni di massa del ‘900 (Mussolini e Hitler e le prove davanti allo specchio per cercare la migliore forma di comunicazione/rappresentazione di sé stessi per conquistare il consenso), ai mass media come radio e televisione, al consumismo e alle PR secondo Edward Bernays, allo spettacolare integrato di Debord e all’industria culturale dei francofortesi; dalle religioni tradizionali ai gurudella Silicon Valley. Oggi, le tecniche per conquistare il consenso e quindi il potere sono essenzialmente i social e i tweet - possibili grazie al lavoro di produzione di dati che ciascuno di noi compie in rete a produttività crescente secondo l’organizzazione scientifica di questo lavoro, dove il nostro mansionario è dover essere sempre connessi e dover condividere; dati che vengono poi comprati e venduti a nostra insaputa per realizzare una nuova persuasione (o manipolazione) occulta del consenso, targettizzata sul singolo individuo e non più solo sulla massa (Cambridge Analytica e oltre). Nuove tecnologie che promettevano (anni ’90) la liberazione dell’uomo dalla fatica e dal lavoro (e creatività e immaterialità), ma che hanno realizzato invece la più perfetta società amministrata (ancora, la Scuola di Francoforte) tra Iot e Big Data/Panopticon digitale e insieme la più nascosta (e quindi la più efficace) manipolazione politica e culturale delle masse individualizzatedi oggi.

Recensione completa su Alfabeta2

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Conosci l'autore

Giovanni Ziccardi

1969, Castelfranco Emilia

Giovanni Ziccardi è nato a Castelfranco Emilia (MO). Giurista e scrittore, appassionato di criminalità informatica, hacking, diritti di libertà, investigazioni e dissidenti digitali, di legal-thriller e del rapporto tra diritto e letteratura, insegna all'Università Statale di Milano informatica giuridica.Tra le attività coordiante: un corso di perfezionamento in computer forensics e investigazioni digitali; la rivista scientifica “Ciberspazio e Diritto”. Il saggio Hacker - Il richiamo della libertà (Marsilio, 2011) sviluppa temi come: l’hacking, la dissidenza digitale, i diritti di libertà, le contaminazioni culturali e tecnologiche, la libertà di manifestazione del pensiero, le investigazioni. Con la Legal Drama Society...

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