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ho letto tutti i libri della slaughter (quelli tradotti in italiano) e questo è di tutti quello che preferisco.. ha la capacità di rendere il lettore del tutto partecipe alla storia quindi lasciandolo sempre col fiato sospeso. Mi sono molto appassionata a questa scrittrice, infatti ho riletto i suoi libri 2 volte!
Non conoscevo questo autore e devo dire che è stata una piccola rivelazione. Considerando che il personaggio principale, la pediatra-patologa Sara Linton, è praticamente modellato su quello di Kay Scarpetta, la Slaughter è riuscita nell'impresa di essere abbastanza originale in un genere che comincia ad essere piuttosto inflazionato. Secondo me il personaggio più riuscito è quello del detective Lena Adams, che dopo una tragica doppia esperienza personale diventa una personalità problematica oltre ogni dire. Al livello dei romanzi della Cornwell degli anni 90 (cioè i migliori...), adesso bisogna vedere quanto questa autrice ha nel "serbatoio": già "Corpi", il romanzo successivo a questo, mi è sembrato meno ispirato.
Karin Slaughter è probabilmente la migliore autrice di thriller in circolazione, ora come ora si lascia alle spalle colleghe più famose e rinomate con un coraggio e una determinazione che riconosco solo ad alcuni thrilleristi di sesso maschile.TAGLI è l'ennesima conferma di quello che sostengo. Lei non ha una prosa particolare, è scorrevole, fluida, si fa leggere molto bene ma non si contraddistingue per eccessivo lirismo o asciutte e criptiche descrizioni di eventi, semplicemente non annoia mai e si fa leggere con attenzione, elementi che ritengo fondamentali per agevolare una lettura.La caratteristica che ritengo prevalente del suo modo di scrivere è l'efficacia, si, è estremamente efficace in quello che racconta, non ha paura di scendere in dettagli raccapriccianti ma nemmeno li ostenta per sorprendere o sconvolgere, affonda il coltello nei particolari quando li ritiene funzionali alla trama, quando devono insinuare l'emozione cercata, ed è, al tempo stesso, abile nel tirare il freno a mano laddove l'eccesso fine a sé stesso risulterebbe morboso e coreografico. Altra peculiarità dei suoi romanzi sono i contenuti “forti” delle storie che racconta. In Tagli affronta il difficile e doloroso tema della pedofilia, degli abusi sui minori, argomento non originale ma sul quale è bene non abbassare mai la guardia e, purtroppo, sempre di attualità.Lettura consigliata ai lettori che amano il genere, forse non apprezzabilissima da coloro che cercano lo schema classico omicidio-serial killer-sorpresa finale ma di sicuro intensa per chi si aspetta da un romanzo come questo anche una storia e una una realtà sulla quale riflettere e confrontarsi. Karin Slaughter è brava, non è un caso se viene spesso apprezzata dai suoi colleghi maschi, è entrata nel loro mondo con autorità e competenza, la saga che ha creato ( perchè di questo si tratta ) merita attenzione e di essere seguita, possibilmente in sequenza.
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