Symphony. Le note del cuore

“Symphony” è uno di quei romanzi che fanno bene al cuore. Nella vita di noi lettori ci sono momenti in cui non sentiamo il desiderio di affondare gli occhi in pagine nuove, in cui rimaniamo invischiati nei meccanismi perversi della routine: in questi casi c’è bisogno di storie che con semplicità e un pizzico di favola ci aiutino a ritrovare l’entusiasmo non solo di vivere nuove avventure letterarie, ma anche di credere fermamente nelle nostre passioni, in quel che ci fa sentire vivi. Il romanzo di Martina Battistelli lascia esattamente questa sensazione, le sue atmosfere mi hanno riportato nell’universo vivido di “La la land”, quasi ne fosse una versione d’inchiostro. Di passione qui ce n’è tanta, in primis per la musica: i protagonisti la invocano a ogni respiro, vi trovano un senso alle loro esistenze. La coraggiosa Roxie sogna di frequentare un master necessario per lavorare nel mondo dei musical; lo schivo Lucas, che fin troppo presto ha raggiunto da leader di una band il successo tanto sognato, si costringe invece a rinunciare alla sua vocazione, a guardarla da lontano. Esattamente come si ritrova a guardare da lontano Roxie mentre si esibisce tutti i giorni in un angolo di Londra, stregato dalla sua voce. Impossibile non cogliere quanto la musica sia essenziale anche per la giovane scrittrice, che una cultura sorprendente nell’ambito dei musical e del rock. La prosa equilibrata riesce a restituire perfettamente la complessità dei personaggi, costretti a imparare con fatica una lezione fondamentale: affrontare gli errori, ma soprattutto i dolori, è l’unico modo possibile per diventare adulti. Crescere significa anche comprendere l’importanza delle persone che ci stanno accanto, della famiglia che ci creiamo: Roxie può contare sull’esuberante e saggia Kady, Lucas invece riscopre un rapporto a lungo interrotto con gli amici di una vita, i membri della band Doug, Chester e Allen.