Sylvie

Due testi in uno potrebbe essere descritto così questo breve romanzo di Gerard de Nerval. Da un lato, il racconto di Sylvie e dall' altro la rilettura di Eco che lo ha anche tradotto per Einaudi. La rilettura di Eco impreziosisce ancora di più Sylvie permettendo al lettore di comprendere significati che possono sfuggire. Sylvie è come una di queste chimere che "ammaliano e sconvolgono all'alba della vita", inafferrabile che ti trasporta tra sogno e realtà, dove non si sa quando inizia uno e termina l'altro. È l'atmosfera del sogno, delle cose effimere, ma non per questo meno tangibili e vere.

Racconto in apparenza semplice e invece misterioso e profondo. La vicenda è molto tenue; si tratta di un percorso molto più interiore, avvolto nella nebbia, dove anche la memoria ad un certo punto non aiuta più. Personalmente ho affrontato varie volte negli anni Nerval, riuscendo solo da poco e dopo tanto tempo a ricavarne qualcosa che mi sembri notevole. Questo racconto lo è in primis.

racconto datato ma ancora "fresco".