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scheda di Roccato, P., L'Indice 1993, n. 5
È disperante il distacco fra la consapevole accortezza delle concezioni elaborate dai ricercatori sulla base dei dati e delle metodologie messe a punto in decenni di revisioni critiche, e la grossolana arretratezza delle concezioni che di fatto hanno gli operatori, anche attenti e responsabili, che si occupano di persone, e che quindi hanno conseguenze dirette sugli esseri umani reali. Nella psicologia dello sviluppo questo divario è particolarmente sensibile. Fra gli stessi insegnanti che formano educatori ai vari livelli, molti ignorano quanto si sa intorno ai problemi sui quali gli operatori dovranno intervenire. È da sperare, allora, che questo libro, chiaro e appassionante, non rimanga nella ristretta cerchia degli addetti ai lavori, ma sia di stimolo a ripensamenti e approfondimenti. Nel filone della psicologia cognitivistica aperta ai fenomeni relazionali, l'approccio è quello storico-critico, tendente a mostrare l'importanza della corretta formulazione dei problemi per istituire adeguate ricerche che conducano ad affermazioni fondate. Il primo capitolo, sullo 'sviluppo della percezione', riguarda il problema dell'esistenza o meno di idee innate. Dopo una panoramica storica, dalle speculazioni filosofiche alle prime formulazioni scientifiche fino alle più recenti ipotesi sperimentalmente verificate, Marc Bornstein mostra come la ricerca contemporanea sembri smentire gli assolutismi delle concezioni innatiste come di quelle empiriste, facendo optare per idee e modalità percettive acquisite, ma sulla base di capacità e modalità di organizzazione mentale geneticamente determinate: meccanismi innati ed esperienza sono entrambi indispensabili per lo sviluppo percettivo. E nello sviluppo cognitivo, che cosa si sviluppa? E in che modo? Deanna Kuhn, attraverso la storia delle ipotesi e delle relative sperimentazioni di verifica, nel secondo capitolo mostra quanto sia complesso rispondere sensatamente a tali interrogativi. Conclude illustrando cinque caratteristiche fondamentali che dovrà possedere in futuro una più adeguata spiegazione dello sviluppo cognitivo. Robert Sternberg, poi, tratta dei due approcci, psicometrico e dell'eleborazione dell'informazione, al problema dello sviluppo intellettivo: mentre il primo ricerca le variazioni fra persone, il secondo sottolinea le variazioni fra compiti, tanto che non si tratta di stabilire la superiorità dell'uno sull'altro, ma di riconoscerne la complementarità. In chiusura, Lila Gleitman e Eric Wanner, sempre attenti ai fondamenti metodologici ed epistemologici di ogni possibile affermazione o ipotesi, trattano i problemi attuali nello studio dell'apprendimento del linguaggio, a partire dalla discussione sulle tematiche introdotte da Chomsky.
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