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Un buon excursus sull'egittologia dai tempi più antichi in poi. L'autore ha avuto la saggezza di documentarsi seriamente, e questo non guasta. Tutto sommato anche delle buone indicazioni di bibliografia generale. Se, invece, delle poche foto in bianco e nero completamente sgranate, fossero state usate delle belle immagini a colori, il libro ne avrebbe tratto sicuro vantaggio (ma magari sarebbe costato anche di più). Ha, comunque, raggiunto il suo scopo cioè divulgare cercando di catturare l'attenzione del lettore, riuscendovi pienamente
Chi si interessa di egittologia è a conoscenza dello scempio che nel passato è stato perpetrato a danno dei suoi reperti archeologici e dei tesori sepolti nelle tombe. Ma per quanto uno possa immaginare il peggio, questo è ben lontano dalla verità. L'autore ripercorre gli eventi ed i personaggi più importanti che hanno fondato l'archeologia moderna - nonché l'egittologia - nella crudezza dei fatti, nella spietatezza dei personaggi e nel malcostume e corruzione che hanno imperversato dall'epoca della campagna d'Egitto napoleonica fino a quando, con la scoperta della tomba di Tutankamon, le autorità egiziane si resero conto che dovevano salvaguardare il patrimonio residuo. Personaggi come Mariette, Maspero, Belzoni, Salt e Drovetti (sempre in guerra fra loro per l'accaparramento dei reperti), e tanti altri, se da un lato sono ricordati per aver cercato di mettere un po' d'ordine in quella terra che nell'Ottocento era peggio del far west, hanno però, dal canto loro, provocato danni, ruberie e distruzioni. Per non parlare del pascià turco Muhammad Alì, che ha svenduto e regalato i beni dell'Antico Egitto come fossero oggetti di rappresentanza. Consiglio a tutti di leggere questo saggio perché, solo dopo, ci si può rendere conto di quanto quella terra fosse ricca di magnificenze che ora possiamo solo immaginare, anche se l'immaginazione più fervida non credo possa rendere giustizia a quanto è stato sottratto all'umanità. Un piccolo appunto: a pag. 318, nella nota, viene scritto che Merenptah era il secondo figlio di Ramesse II. Probabilmente, spero, un refuso.
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