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Non riesco a comprendere come questo libro non possa stato essere capito. Noi parliamo sempre di "banalità" e sciocchezze simili quando non ci accorgiamo di come Kerouac getti luce sui difficili rapporti umani, sulla "strada" dell'esistenza che sembra essere percorsa -durante la giovinezza- a 300 all'ora. Questo continuo viaggiare, il parlare di Dio e delle stelle, della solitudine che ci attanaglia è qualcosa di sublime. Chi non si è perso tra queste pagine, chi non sogna di vivere la SUA vita, chi non vuole tagliare l'America sulla route 66 dopo aver letto questo squarcio di VITA?? Non posso neppure immaginare come si possa ignorare la poesia di queste pagine: La scrittura deve ritornare alle origini, spontanea, priva di una retorica fine a se stessa. Kerouac ha trasformato delle giornate soleggiate in poesia..ma vi rendete conto di cosa abbia fatto?
Tutto si puo' dire sulla Beat Lost/Generation ma non che le siano mancate attenzioni e attribuzioni al di sopra di ogni merito oggettivo.Ed e' piacevolissimo leggere il giudizio di Alberto Abrasino che nel suo bel libro "America amore" riporta l' incontro,certo non molto lucido da parte dell' artista, in un albergo romano negli anni sessanta,nel quale, egli,fedele al suo personaggio,era completamente ubriaco di fernet,birre, e gin.Anche sui gusti alcoolici dello scrittore ci sarebbe di che scrivere.Quindi,mi duole parlare di un testo fin troppo celebrato,di un lavoro che non merita altra considerazione di quella gia', e in abbondanza,avuta dalla sua pubblicazione ai giorni nostri con dibattiti,conferenze, tesi di laurea e un impegno persino full time della Signora Pivano.Ma soffrirei molto di piu' nel imperdirmi,per sole attenzioni negate di parte, di esprimere un mio giudizio sul testo.Eccolo. Il libro e' molto al di sotto della mediocrita' piu' comune e smaccata e sfuggono del tutto a chiunque abbia il coraggio di rifletterci con lucida onesta' dopo averlo letto,per quali arcani motivi,certo men che meno lettarari,sia stato cosi' tanto celebrato,cosi' tanto osannato da intere gererazioni di lettori.Che costoro siano stati,a mio modesto avviso,vittime di una certa diattatura estetica ed intellettuale e' fuor di dubbio ma che l' abbaglio si sia perpetrato cosi' tanto nel tempo infittisce il suddetto mistero a dismisura.Nulla, assolutamente nulla,giustifica una tale mitizzazione di questo testo,nulla vi e' celato che meriti una cosi' lenta decantazione del suo, banale e scontato,contenuto.Nulla merita poi che se ne parli in tali proiezioni temporali poiche'( come disse Malaparte : scrivete il mio nome su una scatola di sardine,ma scriveteci il mio, ) questo sistema non puo' che amplificarne l' interesse alla confezione lasciando intatto il netto del contenuto.Quindi,non parliamone piu' e anzi...pensandoci bene,avendone parlato e male : non mi duole affatto.Punto !
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