Sulità. Ediz. integrale

Uno struggente canto della solitudine: quella solitudine che è vuoto, pochezza, perdita, amarezza. In 24 poesie che sono in realtà dei racconti in versi, l’autore dà voce agli ultimi: a quella parte di umanità che rappresenta la saggezza antica, la matrice. In un mondo semplice il dolore è percepito nella sua crudezza, tutto è più autentico ed è per questo che ogni racconto trafigge e ci lascia, di volta in volta, nella solitudine dei nostri pensieri: pensieri lievi, pensieri cupi, pensieri dolci, pensieri mesti. In ogni poesia c’è il discreto alludere ad una piccola o grande sofferenza come il bambino Damiano che, per mangiare pane e companatico, accompagna ad un fetta di pane un po’ di mollica sognando che sia formaggio, come il tormento quotidiano di una donna innamorata del futuro sposo della sorella, come il vecchio novantenne che lavora senza paga presso un benzinaio senza scrupoli, come Liberante, analfabeta, che vorrebbe scrivere un libro per raccontare la sua ricerca dell’amore. Storie quotidiane e vere in cui l’autore si offre, talvolta, da spalla ai personaggi perché si aprano nel loro soliloquio, dando sostanza, attraverso il tramite poetico, ad un universo scomposto e polimorfo di fragilità. Una raccolta di brani scritti con sensibilità ed affetto che sanno regalare, con delicatezza, una commozione. “I libri stanno fermi / ma dentro hanno una vita / intensa: ci sono / gli scapestrati, i libertini, i chiusi di carattere; / i malvagi, i traditori; / a volte ci sono gli stupidi, / gli ingordi, gli uomini miseri, / gli amanti, gli eroi; / ci sono paure indicibili / negli spazi bianchi / dei fogli, c’è il silenzio, / ci sono pene, i palpiti del cuore…” (cit. da I Libri).