Su un letto di fiori

Questo è il primo romanzo di Banana Yoshimoto che abbia mai letto e devo dire che mi è piaciuto molto. Il libro affronta tematiche complesse come la morte e l’abbandono, ma lo fa con grande delicatezza senza scadere mai nella retorica o nella superficialità; inoltre i pensieri e le esperienze della protagonista trasmettono una tenerezza immensa e suscitano nel lettore un forte senso di gratitudine nei confronti della vita.

Libro bello ed emozionante come tutti quelli di Banana Yoshimoto.

Quando era neonata, Miki, la protagonista del romanzo, fu abbandonata dai suoi genitori in riva al mare, adagiata su un nugolo di alghe. Trovata e accolta dagli Ohira, questi la trattano come una figlia. Miki cresce avvolta dall'amore della sua famiglia, vivendo con gratitudine ogni momento passato con loro e nell'incanto delle piccole cose del quotidiano. Importante sarà per lei la figura del nonno materno, un uomo saggio e bizzarro che le mostra la bellezza di vivere e le trasmette messaggi positivi. Il ritorno di un vecchio amico, Nomura, e il verificarsi di strani e inquietanti accadimenti, turberanno il placido trascorrere delle sue giornate e la porteranno ad affrontare il suo passato. Lo stile di Banana Yoshimoto è a mio parere particolare. Intriso di un forte senso di mestizia e tenerezza, trasmette una tranquillità inaudita. È come un invito a rallentare e realizzare quanta poesia è attorno a noi, nella semplicità delle piccole cose. Ho apprezzato questo romanzo proprio per questo.