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Strehler e Shakespeare
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Dettagli

1992
1 dicembre 1992
68 p.
9788871193670

Voce della critica


scheda di Vindrola, A., L'Indice 1992, n.10

Con questo breve saggio apparso per la prima volta in francese-nel volume Strehler, a cura di Odette Aslan, "Èditions du Cnrs", Paris 1989, pp. 227-53 - Agostino Lombardi cerca di delineare l'intenso e fervido rapporto che, attraverso dodici regie di testi shakespeariani e in un arco di tempo che va dal primo dopoguerra ai nostri giorni, Strehler ha sviluppato con il teatro italiano. Un rapporto innanzitutto fortemente dialogico, perché non solo la messa in scena delle tragedie shakespeariane ha accompagnato il crescere e il determinarsi di una nuova concezione del fare teatro in Italia, ma parallelamente ha anche gettato nuova luce sull'interpretazione dell'opera di Shakespeare. Il rapporto fra Strehler e Shakespeare è stato, inoltre, tanto intenso da configurarsi via via più strettamente come una vera e propria sintonia di concezioni esistenziali e metateatrali, culminata secondo Lombardi nella messinscena della "Tempesta", nel 1978, e punto di partenza per Strehler di un nuovo percorso che vede nel teatro lo strumento conoscitivo per eccellenza. Da questo punto di vista, la produzione più recente del regista triestino, anche quella non legata a Shakespeare, non è che la naturale prosecuzione dei precedenti allestimenti delle tragedie shakespeariane, che sin dai primi anni del dopoguerra già contenevano tutti gli elementi che saranno poi determinanti nel teatro strchleriano: l'affermazione di un teatro di regia anziché di "attori-mattatori", la continua riflessione sulla natura del teatro e la conseguente espansione delle coordinate metateatrali, il suo farsi strumento conoscitivo e di ricerca sui grandi problemi esistenziali oltreché difensore del reale e smascheratore del potere.

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Conosci l'autore

Agostino Lombardo

(Messina 1927 - Roma 2005) anglista e americanista italiano. Accademico dei Lincei, insegnò a Bari e Milano prima di essere professore emerito dell’Università «La Sapienza» di Roma; alla sua passione didattica diede la valenza di un impegno civile e politico. Fondatore degli studi americani nell’università italiana, fu tra i primi ad accogliere le letterature postcoloniali come terreno di ricerca e di insegnamento. Ideò e condusse, dal 1991, il «Laboratorio Shakespeariano» del Piccolo Teatro di Milano. I suoi interessi primari sono stati il teatro e la traduzione, nell’ambito della quale si segnalano il progetto dell’integrale del «canone» shakespeariano, cui lavorò fino all’ultimo (sono uscite 21 traduzioni), oltre alle traduzioni di S. Johnson, Boswell, Trollope, Hawthorne, James. Tra i...

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