Le streghe di Dominique

Una perla da leggere d'un fiato. Un noir vecchio stile, una prova insuperabile. Un'autrice da tenere d'occhio e uno stile che non si dimentica. Un romanzo corale sui sogni e le speranze destinate a scontrarsi con la realtà.

Le streghe di Dominique è un romanzo di ampio respiro ambientato in una città, Marsiglia, poco raccontata dalla narrativa moderna. Con una scrittura fluida e mai banale, grazie all'inciso in corsivo dei pensieri dei protagonisti, l'autrice ci prende per mano e ci conduce, a volte gentilmente a volte con violenti strattoni, nei suoi vicoli, nei suoi quartieri di periferia e poi fino al porto, dove ci sono navi da prendere per inseguire un sogno. Soltanto uno dei ragazzi del quartiere Dominique, in cui si dipana la storia, riuscirà a realizzarlo diventando una figura in controluce sullo sfondo delle vicende tragiche che coinvolgono il suo gruppo di amici. Gli altri, coloro che restano, dovranno crescere misurandosi nell'eterna lotta fra bene e male rappresentati dalla fata buona, Estebanah e dalla strega cattiva, Rachele. Due figure affascinanti ed emblematiche le cui vicende e la complessa personalità catturano il lettore sin dalle prime pagine in un crescendo che gli fa desiderare che il libro non finisca mai, o almeno, non così presto. Ho appena finito di leggere Le streghe di Dominique di Marisa Saccon e già mi manca.

Una scrittura intensa per questo bel romanzo corale di Marisa Saccon, ambientato nella Marsiglia degli anni '60. Si intrecciano le vite e i destini delle famiglie residenti nel condominio Dominique: un palazzo giallo canarino, un colore allegro e solare, sul quale però non sembra mai battere il sole della spensieratezza. Prosperano invidie, gelosie, maldicenze, rancori immotivati, creazioni di capri espiatori (da qui, il riferimento alle streghe nel titolo scelto con impeccabile maestria), resi nel romanzo con una drammatica e a volte commovente alternanza di "detto" e "non detto". C'è spazio per l'amore, sì, ma sono pochi e rari i fiori che sbocciano, oppressi e soffocati dalle spine di quella realtà quasi claustrofobica e spesso dolorosa. Il romanzo si legge volentieri, compiacendosi della maturità stilistica dell'autrice e affezionandosi ai protagonisti, tutti squisitamente e tragicamente umani.