La strantuliata

Ho riscontrato delle lacune e stramberie nella storia di questo romanzo, è breve, troppo, non riesce a prenderti. Alla fine di ogni capitolo sono riportate delle frasi in siciliano, non tradotte, che possono infastidire il lettore che non comprende la lingua perché dovrebbero essere una estrema sintesi del capitolo. Ne ho apprezzato solo l'ironia e un po' l'ambientazione, ma è davvero troppo poco.

“La strantuliata” di Fabrizio Escheri. Nicosia, Sperlinga, Chibbò, contrada San Giajme… sono i toponimi di località del centro della Sicilia. Quella calda, bruciata dal sole; quella dei silenzi che interrompono il frinire delle cicale sotto maestosi alberi di gelsi che danno ombra a uomini dal parlare di fine settecento. Terre divise tra padroni, signori, baroni e principi e sotto di loro un autista di autobus, l’unico che collega questi paesi; un maresciallo diviso tra il dovere e le regole imposte. Un omicidio che coinvolge Blando Blasco Antonio Maria, l’autista della corriera; il maresciallo Li Pira consapevole del dovere istituzionale e delle regole imposte dal codice d’onore delle Signorie al comando. Tra uomini e donne curvi nei campi, prende vita la rocambolesca avventura del superficiale Blando Blasco, da nessuno vista nè sentita. Un finale inaspettato ma a ragion veduta amaro e vero. Tecnicamente ben scritto, scorrevole e piacevole senza rimandi ad altri esempi letterari siciliani (se non forse uno iniziale, come doveroso omaggio alla sicilia sciasciana). Nessuna ricetta culinaria di pranzi domenicali, nessuna forzatura linguistica dialettale nè tanto meno nella costruzione della storia. Un libro che si fa leggere piacevolmente, adatto a tutte le età (anche per i più giovani). Un perfetto lavoro di editing e di presentazione di una collana che spero riserverà altre piacevoli sorpese. Consigliatissimo.