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Storie vere di un mondo immaginario. Cinque racconti delle Cinque terre
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Storie vere di un mondo immaginario. Cinque racconti delle Cinque terre - Dario Vergassola - copertina
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Storie vere di un mondo immaginario. Cinque racconti delle Cinque terre

Descrizione


Cosa avrebbe da dire un girino che abita uno stagno all'arrogante che cerca in tutti i modi di contaminare l'acqua? E cosa pensano davvero le acciughe sui banconi dei bar liguri di questa tradizione alimentare? Com'è, insomma, la vita in questo mondo alla rovescia in cui gli animali e le sirene parlano, si lamentano dell'uomo, lo sfidano e lo contrastano? In queste cinque storie di delicata ironia, di struggente tenerezza, comiche e malinconiche al tempo stesso, pungenti di satira sociale e disincantate e lucide, a essere protagonisti sono proprio loro, i dimenticati animali e le leggendarie creature del mare: pesci, totani, sirene, acciughe e polpi mettono qui in scena le loro storie d'amore impossibili, le loro tirate ecologiste, la malinconia di essere esclusi, il desiderio di scoprire il mondo lanciandosi in mille spericolate avventure. Il risultato è un ribaltamento provocatorio e ludico delle nostre certezze: le Cinque Terre, che ci apparivano solo come una costa perfetta per i turisti e popolata da pescatori, si trasformano in queste pagine in un mondo favolistico e spietatamente vero, fino ad assumere i tratti di un luogo in cui la leggenda è di casa e in cui è possibile guardare il mondo da un'altra prospettiva. Dario Vergassola, spezzino d'eccezione, libera in questa raccolta di racconti, illustrati da Mattia Simeoni, la sua vena più creativa, unendo all'inventiva e all'ironia, che siamo abituati ad apprezzare in lui, una vocazione narrativa di grande intensità e leggerezza.
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Dettagli

2021
11 marzo 2021
128 p., ill. , Rilegato
9788893883740

Voce della critica

Riomaggiore, Manarola, Corniglia, Vernazza, Monterosso: cinque perle adagiate ad arte sulla costa del levante ligure per cinque favole particolari. Sono quelle raccolte nel libro di Dario Vergassola Storie vere di un mondo immaginario. Cinque racconti delle Cinque terre (128 pagine, 17 euro), pubblicato da Baldini + Castoldi e illustrato dalle tavole di Mattia Simeoni. Favole sospese tra ironia e amarezza, tra risate e riflessioni sull’ambiente, tra mondi immaginari e un lembo di Liguria che risplende per la sua bellezza verticale e marina. È il mondo delle Cinque terre, a ciascuna delle quali Vergassola dedica una storia tutta particolare, per concludere con un epilogo che ribadisce la chiave di lettura e, facendo sorridere, riporta all’attualità più seria.

Vergassola ha indubbiamente un occhio attento alla meraviglia che un territorio speciale come quello delle Cinque Terre, sospese tra collina terrazzata e mare, sa regalare ai turisti, che affollano questi luoghi da sempre, ma anche ai liguri, che vanno orgogliosi della bellezza semplice ma tutta da conquistare («La salita è dura, come tutte le cose da queste parti» annota l’autore che quelle terre le conosce bene) di quest’angolo di paradiso.

Da una favola all’altra si assaporano così struggenti tramonti a Manarola, osservati con sguardo romantico dal molo in mezzo al mare, si passeggia tra carruggi affollati di ristoranti sgomitando tra la folla che, in luoghi senza traffico, si riversa dalla piccola stazione ferroviaria. «Non so se Dio abbia inventato questo po­sto, ma a giudicare dalla sua bellezza potrebbe essere anche il contrario» azzarda Vergassola ben consapevole dell’unicità di cinque borghi incastonati in un paesaggio spettacolare che i colori delle tavole disegnate sanno riportare sulla pagina, accendendo la fantasia di bellezza e della morbidezza del sogno.

Del resto «Vernazza è proprio un bel paese, fatto come lo disegnerebbero i bambini» si legge: come non correre con l’immaginazione al trailer di Luca, il nuovo film Pixar in uscita nel 2021 che sarà ambientato proprio in un caratteristico borgo ligure? Ci sono le fasce terrazzate, le chiesette (a volte preziose, come quella di Monterosso che custodisce una Crocifissione attribuita a van Dyck), le sere tiepide di cicale e lucciole e l’antico incubo dei saraceni da cui difendersi con case arroccate sulla scogliera tra voli vertiginosi di rondini e risacca fiorita di anemoni.

Il mare è protagonista assoluto, non solo perché quasi tutti i protagonisti di queste favole sono creature legate all’acqua salata, ma perché tutte e cinque le perle del Levante si specchiano nel blu che incornicia i loro profili: dalla spiaggia di Monterosso al crinale su cui domina Corniglia, fino alla scoscesa via centrale di Riomaggiore, che precipita in mare tra le case color pastello, le barche e le reti dei pescatori. Un «tesoro d’acqua salata» popolato da creature straordinarie tra sirene che si fingono polene e acciughe che danzano creando riflessi.

Se il paesaggio lussureggiante e dolcissimo nella sua semplicità naturale rinfranca l’anima, Vergassola si diverte però, mentre racconta, a giocare con la forma della favola introducendo elementi inediti e stravaganti. Lo fa attraverso le parole degli animaletti protagonisti, le loro storie insolite e voli di fantasia, ma anche con le vicende che li coinvolgono, a volte grottesche e dal finale amaro, molto diverse dalla classica favola per bambini che, solo apparentemente, questo libro sembra voler ricalcare.

C’è sempre un rimando al mondo vero, una battuta, un occhiolino, come il canto delle rane che omaggia Luciano Berio, la totanessa che regna sulla profondità del mare ma che ha più l’aspetto di un ordigno bellico inesploso, il dialogo surreale della voce narrante con uno scorfano agonizzante sul banco di mercato, nell’epilogo. Bastano poche righe, insomma, per capire che la favola è spesso ribaltata, e non stupirà così assistere alla fine poco romantica di un povero polpo, a un piatto di acciughe che improvvisamente prendono la parola, e così a una principessa che baciando un ranocchio non lo trasforma in principe ma diventa invece una rana come lui.

Favole contemporanee, forse, ma sicuramente in pieno stile Vergassola, venate cioè di un’ironia che non è mai gratuita e che, nella punta amara che restituisce, sa riagganciarsi al mondo reale, a conferma che quel mondo immaginario richiamato nel titolo è solo uno dei tanti riflessi creativi possibili per raccontare delle verità. È un mondo fatto di meraviglie che, infatti, risulta un po’ acciaccato: lo sa bene l’assessore del paesino turistico che ancora non ha capito che la tuffatrice che incanta i visitatori è una sirena, lo sanno le sapienti acciughe, testimoni di larga parte della storia socio-culturale di tutta la Liguria, e impareranno a scoprirlo il totano innamorato di un limone e il ragazzo-polpo che perderà il cuore dietro una turista.

Dietro l’intreccio di bellezza e ironia amara con cui Vergassola racconta queste cinque storie c’è in realtà un intento luminoso, quello cioè di parlare di ambiente, e di denunciare le derive con cui l’uomo minaccia animali, paesaggi e priva sé stesso di tutti i tesori che le cinque perle delle Cinque terre ben rappresentano.

Il fil rouge dell’ambiente e della sua tutela tocca la storia del girino albino e accusa una coppia di crudeli umani mangiatori di rane, ma anche la pesca scriteriata che spesso non si cura del rispetto delle apposite aree marine, il turismo spietato intento a fotografare senza curarsi troppo della peculiarità dei luoghi e dei propri abitanti. E così, tra mugugni, reti da pesca e un mare da scoprire, le acciughe puntano il dito (o la pinna?) contro gli abusi umani che le vedono adagiate su vassoi pronte a essere offerte come stuzzichino da aperitivo, i totani genitori allarmano i totani figli sul pericolo delle uscite in mare aperto per il rischio di essere catturati, e le ultime sirene del Mar Ligure si rifugiano nel loro passaggio segreto e ogni tanto tagliano le reti dei pescatori di frodo per liberare gli abitanti del mare.

Una chiara denuncia, in forma giocosa ma non troppo, e l’invito a una maggiore attenzione all’ambiente che arrivano espliciti per bocca del povero scorfano morente dell’epilogo: «Tutti uguali siete, voi umani, cerca­te di non sentirvi in colpa per quello che state facendo al mondo andando a comprare il na­sello per i figlioli o un filetto d’ombrina o una mostella, nascondendo tutte le schifezze che siete capaci di fare e gettando con questo gesto paternalistico un velo di ipocrisia sulla vostra coscienza». Una morale tutta d’un pezzo, ma ricamata a partire dal quel mondo immaginario e meraviglioso che, parallelo alla realtà e da questa ispirato, saprà solleticare l’attenzione e la coscienza di tutti i lettori con l’efficacia necessaria al vero cambiamento.

Recensione di Alessandra Chiappori

 

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Conosci l'autore

Dario Vergassola

1957, La Spezia

Dario Vergassola nasce in Liguria, ed è comico e cantautore. Partecipa a numerossimi programmi televisivi (Maurizio Costanzo Show, Carabinieri, Zelig, Dio vede e provvede, Le Iene, Parla con me con Serena Dandini e altri) e piéce teatrali (Manovale, gentiluomo, Mangia e bevi che la vita è un lampo, Riondino accompagna Vergassola a trovare Flaubert e altri) , e nel 1992 vince il "Festival di Sanscemo". Si avvicina al mondo dello spettacolo da giovane, partecipando a "Professione Comico", manifestazione diretta da Giorgio Gaber: ottiene sia il premio del pubblico che quello della critica. Del 2014 è il suo primo romanzo La ballata delle acciughe, edito da Mondadori.Nel 2023 esce per Baldini + Castoldi, I malefici. Ovvero la casa delle storie strampalate.

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