Storie scritte sulla sabbia

Lo stile di Cappelli è la riuscita combinazione di un linguaggio colto, divertente, a tratti spassoso, e di una capacità narrativa che non teme il ricorso a soluzioni dialettali che arricchiscono la sintassi e paradossalmente risultano talvolta più efficaci dell'italiano. Ecco allora che nel dialogo tra un falco obeso e una civetta, reincarnazioni di persone ormai defunte, accade che quest'ultima gli si rivolga dicendo in uno strascicato inglese: "uell ma dammaci pur o tu, accomunati come ui ar nella condiscion di berds, come dicit vui: aucielli". Straordinario.

Mah... non mi ha entusiasmato. Ho trovato difficoltà nel leggere ed interpretare il dialetto stretto che si mescola con l'italiano, questo ha reso meno scorrevole la lettura e minore il coinvolgimento.

Se vivete in comunione di beni, o anche solo di talamo nuziale, pensateci bene prima di prendere in mano le esilaranti "Storie scritte sulla sabbia" (Marsilio) di Gaetano Cappelli. Perché se siete usi leggere a letto, il vostro/la vostra partner potrebbe infastidirsi per la risata continua che questo libro causa e potrebbe alzarsi e trasferirsi sul divano o chissà dove (tante volte non si aspetta che la minima occasione). E non è detto che poi l'autore riesca a riscrivere anche la vostra, di storia, come ha fatto per quel suo personaggio, Guido, che in realtà era il suo vicino di casa, inguaiato proprio da un racconto di Cappelli pubblicato sul Mattino...