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A cura di Paolo Collo
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“Educazione di una canaglia” del XVII secolo: formazione, insuccessi e soprattutto successi di un assassino (già a soli 13 anni), disertore, rissoso, ladro, “bravo” al soldo di un viceré, puttaniere, ruffiano, astuto corsaro, soldato, uxoricida e xsino eremita; e poi ufficiale, governatore ecc. Stupefacente l’assoluta amoralità con cui queste convulse vicende vengono affrontate e raccontate, a partire dall’uccisione del ragazzino coetaneo. Non credo che Contreras possa essere definito, come il curatore dell’autobiografia Paolo Collo fa, un plautino “soldato fanfarone”: date e nomi citati corrispondono al vero e anche tutte le circostanze verificabili (p. es. aver segnato la rovina nientemeno che del famoso corsaro inglese Walter Raleigh), mentre non abbiamo prove del contrario (ci provò Sciascia, mettendo in dubbio l’uccisione di moglie e relativo amante avvenuta a Palermo, ma solo xché non esistono prove documentarie secondo lui assai comuni all’epoca in Sicilia nei casi di delitti d’onore). E poi non mi pare che il nostro eroe avesse interesse a mentire, a inventare p. es. le numerose risse da osteria nelle quali fu coinvolto o le torture inflitte a cristiani sospetti durante le sue scorribande contro i mori. Nell’introduzione infine Collo non segnala quell’evoluzione psicologica che mi sembra si possa individuare nel graduale passaggio dall’anarcoide, veramente pericoloso, delinquente adolescente all’ufficiale-funzionario cinquantenne – dai metodi spicci ma legali, almeno all’epoca – al servizio di un viceré. O forse erano i tempi a non permettere + imprese delinquenzial-militari e quasi individualistiche come la redditizia guerra di corsa di fine ‘500. Il bello è che pian piano, dopo le prime raggelanti pp, t’accorgi di cominciare a tifare x questo picaro-cavaliere di Malta (sì, xché a un certo punto diventa anche “frate”, come appunto i cavalieri gerosolimitani), dalla spada facile e di grande fede religiosa. Una lettura illuminante, originale; una narrazione antiletteraria, antiretorica, quasi brutale.
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