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Il giudizio sul capitalismo italiano in questi ultimi cinquant'anni è costantemente in bilico tra due valutazioni estreme e contrapposte, che sembrano però convivere nella percezione del senso comune. Da un lato il nostro sarebbe un capitalismo anomalo e fortemente condizionato da tare d'origine; dall'altro sarebbe comunque un sistema capace di garantire la propulsione e il governo di uno sviluppo economico tra i più sostenuti dell'intero mondo industriale avanzato.Questo volume raccoglie il lavoro pluriennale di un gruppo di studiosi, coordinato da Fabrizio Barca, che ha intensamente discusso su questi interrogativi: esistono dei «caratteri originari» del nostro capitalismo? E quali sono? Somigliano forse essi piuttosto a dei «peccati originali»? E nel raffronto con altri casi di sviluppo, l'Italia si segnala per qualche particolare specificità? E ancora: è una storia compatta e omogenea quella che qui si vuole raccontare, o nel corso di questi cinquant'anni sono intervenute modificazioni e fratture tali da avere seriamente trasformato il modello di partenza?Il volume individua un punto di focalizzazione negli anni immediatamente successivi alla seconda guerra mondiale. è in quella fase, che si può definire «costituente» anche per ciò che riguarda le regole e le istituzioni dell'economia, che si presenta l'opportunità di un disegno di vasta portata per una nuova regolamentazione dei mercati. è quello il momento in cui si cerca di superare i vincoli e le asfissie ereditati dal passato: la debolezza della nostra borghesia imprenditrice, la gracilità dei fattori sostitutivi dell'accumulazione originaria, la specificità di un capitalismo che ha cominciato a vedere in funzione preminente lo Stato tra i soggetti proprietari. E lo si fa puntando soprattutto su strumenti «straordinari».La soluzione che viene data in quegli anni agli equilibri tra le varie componenti, in termini di regole del gioco, di riconoscimento dei soggetti interlocutori, di assetti di potere, di predominio di famiglie e di gruppi, segna in modo significativo tutto il resto della parabola. Sarà soltanto sul finire degli anni ottanta, con molte resistenze e sotto la spinta dell'integrazione europea, della globalizzazione dei mercati e degli stessi costi delle scelte compiute, che si avviano processi di revisione in grado di porre in discussione i precedenti assetti. Ma è una transizione faticosa e difficile da identificare, e su cui l'insieme di questi saggi contribuisce a gettare nuova luce.
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