Lo sterro

Il titolo che ho messo a questo commento, parafrasando Hans Fallada, non è casuale; infatti, fin dalle prime righe mi ha fatto pensare al suo contemporaneo. Lo spazio nel quale la storia si forma è simile; uomini nel vortice di cambiamenti epocali e, sebbene ne siano entrambi interpreti, Platonov, per la sua magnifica prosa poetica, per le componenti parodiche e grottesche, nonché per profondità e gravità dei contenuti, supera di parecchie lunghezze il 'povero' Fallada. Con 'Čevengur' avevo faticato di più e 'Lo sterro' imprime la stessa impronta. Questa viene espressa attraverso un linguaggio ricco di "sovietismi" portatori dell'ideologia di quel mondo in quel momento: l'intento è quello di annullare la distanza fra letteratura e vita. Libri molto interessanti per le loro implicazioni politico-sociali e filosofiche, ma di difficile lettura e interpretazione. Indispensabile, a questo proposito, la prefazione di Ivan Verč. "La società del futuro si sta appena costruendo e il disastro di quel futuro luminoso è presente fin dalle origini". P.S.: Un plauso particolare all'iniziativa editoriale 'Introvabili' della Minimum Fax per l'ottima operazione di recupero.