Stephen è tornato tra noi

Gli sparano, e lui, quando si risveglia in ospedale, si ritrova bambino. Rivive, con la mente e con tutto il suo essere sensibile, la casa della sua infanzia, assieme agli oggetti, ai colori, agli odori e alle persone con cui l'aveva condivisa. "Per me non è una casa. È il principio del tempo, la nascita del mondo, l'alba della coscienza. È l'infanzia. E io ci sono tornato." È talmente forte la suggestione di questo flashback che, leggendolo, te ne torni indietro anche tu; sovrapponi il suo percorso a ritroso al tuo. Può accadere a chiunque, tanto può essere universale questa esperienza. Ad Henry Miller, come cita la quarta di copertina, è successo - "La cosa che mi sorprese fu che sembrava dare un quadro della mia vita più privata in un periodo cruciale. Le circostanze esteriori erano 'camuffate', ma quelle interiori erano reali in maniera allucinante.", - ed è successo pure a me. "Credo che ci siano delle persone che sono sempre in cerca della loro infanzia, che lo sappiamo o no. Non importa cosa pensano che stiano facendo, o cosa pensano di volere davvero, perché ricercano la loro infanzia: sempre, ovunque. Ho dovuto spingermi fin sull'orlo della morte per scoprire che l'infanzia per me, quando sono tornato alla vita, era l'unica realtà." E poi c'è tutta una storia qui dentro; intensa, appasionante nei fatti e nei personaggi enigmatici e sfuggenti dalle dinamiche complicate; tinta di giallo e, anche se un po' prolissa nella parte centrale, raccontata bene, all'altezza, se non oltre, di 'Io sono Jonathan Scrivener'.

Probabilmente non ho saputo cogliere determinate sfumature, visto l'importanza di questo autore. Per me a tratti è eccessivamente prolisso, il finale è un po' tirato via se si considera l'inchiostro versato nelle pagine precedenti. La lettura risulta scorrevole ma non lo consiglio.

Un racconto che lascia il segno. Un racconto tremendamente reale e realistico e, allo stesso tempo, introspettivo e "magico". Un uomo, costretto ad una degenza per gravi lesioni subite a seguito di un colpo di pistola, si trova faccia a faccia con la realtà che tutti sanno che esiste, ma che nessuno vede. Un cammino dalle tenebre alla luce. Una presa di coscienza sulla vita, sulla propria vita. Un risveglio da un torpore cieco che avrebbe condotto Stephen alla "vera" morte. Un esempio di come, talvolta, circostanze terribili possano rivelarsi grandi occasioni. Poco scontato e con un bel colpo di scena finale.