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Ho letto ieri, 21 marzo 2007, su "Repubblica" la bella recensione di Gian Paolo Serino, che condivido: "Le Cinque Giornate di Milano, dal 18 al 22 marzo 1848, rivivono nelle pagine di un romanzo che inframmezza eventi realmente accaduti a invenzioni letterarie. Lo ha scritto Roberto Villa, un agronomo milanese di 34 anni con la passione per la Storia. Il risultato è dei più convincenti: Villa riesce a farci rivivere quelle giornate, di cui proprio in questi giorni si celebra il 159esimo anniversario, con vero coinvolgimento grazie a una ricostruzione che restituisce non solo il periodo storico, con la città assediata dalle truppe austriache del generale Radetzky, ma soprattutto le atmosfere. Le giornate più note del Risorgimento italiano vengono raccontate attraverso gli occhi del protagonista Ambrogio Sacchi, tipografo di 35 anni, personaggio d'invenzione, che incarna il fermento rivoluzionario di quel periodo. La bravura di Villa è nel ricreare la Milano del tempo grazie a un'accurata toponomastica e al ricorso al dialetto meneghino che molto contribuisce a far immedesimare il lettore. Villa ci porta nella Milano risorgimentale, quella dai Navigli scoperchiati, e ci ricorda di quando i milanesi erano veramente parte attiva nella vita politica e civile della città" Buona lettura!
Simpatico romanzo, a tratti tragico a tratti ironico. Nel complesso una buona prova per questo autore esordiente. Da consigliare senz'altro per ripassare un episodio fondamentale del Risorgimento italiano, senza la retorica dei libri di storia ma accompagnati dalla goliardia dei personaggi principali (un tipografo e la sua combriccola di amici). Chi sapeva che Manzoni subì un tentativo di avvelenamento?
Un libro stupendo! Sembra proprio di essere immersi nell'atmosfera risorgimentale, in pieno 1848. Uno dei migliori romanzi storici "locali" che abbia mai letto. Da consigliare a chi ami il genere.
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