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Anno edizione: 2017
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Le Stelle Fredde di Piovene sottolineano l'importanza dell'esistenza qui e ora, la superficilità dei nostri ruoli sociali, un'aldilà che non sarà fonte di soddisfazione, una necessità di trovare nella nostra quotidianetà i veri significati
Con le mani sul volto, serrando le spalle, per occupare il silenzio. Con le mani sul volto, calando la testa, per rivolgerla al petto. Con le mani sul volto, raffreddando il dolore, per cominciare lo scavo. E' un sentiero d'abisso "Le stelle fredde" di Guido Piovene: il passo incerto nel buio, la mano protesa sul niente, la paura di non giungere a meta. Elaborazione d'un lutto che invita alla perlustrazione del nero: esperienza livida che graffia l'anima. "Tutt'a un tratto mi accorsi di avere cominciato a piangere. In realtà non piangevo, mi scendevano le lagrime, e il loro sgorgo subitaneo, anzichè provocare una crescita di commozione, mi aveva assiderato. Erano fredde, e il freddo che mi portavano sul viso agiva su di me come un'anestesia. Ripensai nuovamente agli spettri infelici, che tornano a tormentare la vita per potervi entrare ma non riescono nemmeno a farsi presenti, e piangono a loro modo, incomprensibili e incapaci di comprendere nulla, ombre tra ombre nebulose, a cui anche i ricordi sfuggono senza prendere consistenza. Anch'io non ero sceso in quella conca per ricordare, ma a togliermi ogni illusione di poterlo fare". Allora stringere ancora più gli occhi scorgendo improvvisa una crepa di luce ed,in essa, "il repertorio di tutte le cose esistenti": la villa e il ciliegio distorto; la valle e il capanno-rifugio; i libri e l'umido del mobilio svenduto. Ed ancora: una mano anziana ed una folle già morta; pargoli nati ed una donna perduta; l'umano carnale e l'oltremondano. Avvicinarsi, sfiorare, recuperare tutto, compiendo a ritroso il proprio cammino: "Gli oggetti diventavano popolati. Ognuno conteneva una storia, fatti e persone, un evento della mia vita o delle vite altrui. Vi ritovavo tutto, mio padre, mia madre, maestri, compagni di lavoro, letture, fantasie, i miei animali, le mie piante, Ida, le accuse di cui avevo sofferto. Gli oggetti si prolungavano in altro. Era il recupero dei morti". Aprirli, adesso, gli occhi e abituarli alla luce: altro davvero è il mondo dopo aver letto Piovene.
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