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Bella, anche se non abbastanza sviluppata, l'idea dei due che sperano l'uno nella morte dell'altra durante gli attacchi dell'11 settembre. Ma è lo scrittore che non convince. Brillante, ma prevedibile. Acuto, ma come può esserlo un qualsiasi studente di scrittura creativa (bleah!). Nelle descrizioni, nei gesti, nelle situazioni, nei tic dei personaggi ricicla, più per furbizia, credo, che per inettitudine, tutti i cliché del soggetto filmico e telefilmico. Insomma, bravino davvero, ma non se ne può più di sentir esaltati e lodati-imbrodati tutti 'sti nuovi fenomeni che di fenomenale non hanno assolutamente NULLA. Ogni tanto il romanzo prende quota sulle ali dell'ironia e dell'intelligenza, ma poi torna a schiantarsi sulle twin towers della banalità. Si poteva ricavarne di più. Carino lo spunto del sabotaggio finanziario che si ritorce contro. Il capitolo visto con gli occhi della bambina è molto ambizioso e molto disastroso, quasi fallimentare. Quello è il modo di dar voce ai bambini proprio degli intellettualoidi, non degli scrittori! La festicciola di encefali vacui è il più noioso e stucchevole dei déja vu. Ma soprattutto: perché non la piantano di far passare per romanzi delle furbette sceneggiature? Aspettiamo il film! (Aspettatelo voi, io passo). Se davvero questo è "uno dei più arditi narratori della sua generazione" forse è meglio saltare direttamente alla prossima...
Romanzo che ha ambizioni alte ma che si impantana nella pedanteria e nell'atonalità emotiva. Interessante il voler far riverberare il privato nella storia collettiva. Peccato che i due universi rimangano paralleli e non si fondano mai se non in maniera artificiosa. Brutto il finale. E ancora più brutta la traduzione: sciatta, scialba e a volte addirittura letterale.
Il libro è bello, molto americano. Sembra freddo, ma è certamente profondo. Non ci ho visto tutto quell'umorismo che invece ci hanno letto i recensori. La chiave - al tempo stesso molto insistita e forse non risolutiva - è la collocazione di un evento privatissimo in un quadro di attualità che dovrebbe esserne il motore e la metafora: bello, curato, non so se completamente riuscito. Non ho amato il finale "fantastico".
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