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La stanza degli animali - Giulio Mozzi - copertina
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La stanza degli animali
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Descrizione


"Gli animali di mio padre sono tutti morti. Nella casa vecchia avevano una stanza tutta per loro, una stanza strana: si accedeva solo dal giardino e non aveva finestre. Un ripostiglio enorme, con vecchi scaffali di metallo verniciato in grigio o in blu (andavano molto negli anni Settanta) ereditati dagli inquilini precedenti".
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Dettagli

2010
Tascabile
1 novembre 2010
64 p., Brossura
9788889987452

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Pina
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Un libricino piccolo piccolo ma tutt'altro che leggero. Partendo dagli animali del padre e da questa stanza che li continente, vero fulcro della narrazione, il protagonista ci guida in un viaggio del tutto peculiare dove morte, riflessione ed affetto sì combinano sotto una luce cupa. Singolare la struttura, con alternanza di prosa e versi, che la rende a tratti frammentata, contribuendo al senso di inquietudine che domina l'atmosfera della storia. Una bella sorpresa!

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Francesca
Recensioni: 5/5

Il mio primo "incontro" con un autore, e un maestro, che ammiro moltissimo.

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alida airaghi
Recensioni: 5/5

La casa editrice Duepunti di Palermo pubblica questo libriccino, scarno e terribile, di Giulio Mozzi nelle sua collana "Zoo, scritture animali". Ma gli animali di cui parla lo scrittore padovano sembrano in realtà un pretesto (mortifero,ossessionante,da incubo) perché in realtà perno vero del racconto è la stanza che li raccoglie e li conserva, li protegge e nasconde. Gli animali sono infatti piccoli pesci,granchi,meduse,spugne,vermi,conchiglie: quasi sfatti o putrefatti in vasi di vetro incrostati e colmi di formalina puzzolente, il cui odore asfissiante ammorba il giardino e la casa che ospita questa stanza. Un ripostiglio buio, senza finestre, arredato con scaffali di metallo sopra cui il padre del protagonista -scienziato e sommozzatore- allineava i suoi barattoli con le prede conquistate durante i suoi avventurosi viaggi in giro per il mondo. "Questi sono gli animali. Questi sono i miei ricordi": memorie che si alterano in allucinazioni, si trasformano in tormentose angosce. Perchè "nella stanza degli animali, il 17 giugno del 1994, venerdì" avvenne la tragica violenza familiare, inspiegabile e volutamente non motivata, che arrivò a spezzare in due la vita del protagonista. La casa fu venduta a parenti, la stanza degli animali svuotata, ripulita e imbiancata. Non così si può fare con i ricordi, con l'anima: "io sono vivo data l'impossibilità di morire, tutto ciò che vive dentro la mia mente è morto, tutto ciò che è dentro la mia mente non può morire". Il figlio va a trovare il padre in carcere, gli porta ogni volta qualcosa, elencando con puntigliosa tristezza i suoi fragili e non consolanti doni; il padre tace, o ripete una litania senza senso, come una giaculatoria: "C'era e non c'è la rosa". Realtà e sogno, esistenza e morte, pazzia e speranza di salvezza (e di perdono) si confondono, nei versi malinconici e delicati che chiudono con un rondò questa alta prova di scrittura, asciutta e straziante.

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Conosci l'autore

Giulio Mozzi

1960, Camisano Vicentino

"Mi chiamo Giulio Mozzi. Sono nato il 17 giugno 1960 ed abito a Padova. Ho pubblicato alcuni libri di racconti, alcuni libri (anche per le scuole) sull’insegnare a scrivere, e alcune raccolte di racconti e scritti di giovani autori. Non ho mai desiderato essere uno scrittore; e non lo desidero neanche adesso. Ho scritto il mio primo racconto il 17 febbraio 1991, all’età di 31 anni: si trattava dì una lettera alla mia migliore amica, vittima di un furto, nella quale fingevo di essere il ladro e di voler restituire alcuni oggetti cari. La migliore amica mi scrisse (lei era a Londra, all’epoca). «Carino, quel racconto che mi hai mandato». Così realizzai di aver scritto un racconto. La mia unica intenzione era stata di consolare la mia mìgliore...

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