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Geremia non sa relazionarsi con le persone che lo circondano, materialiste e superficiali, ma questo non lo preoccupa. Il mondo autentico per lui è un altro, è una dimensione mistica, dominata da divinità e pulsante di vita, da cui provengono le sue compagne Silfantea e Pamella, e da cui giungono indizi sulla missione che Geremia deve compiere. Leggere Lo stagno delle gambusie significa avventurarsi attraverso una realtà creata dalla mente un po' folle di un uomo-bambino, favolosa ma anche minacciosa se un rituale non va nel modo giusto.
E' una storia che ti conduce in un mondo dai sapori e dai sentimenti inaspettati. Li percepisci, li tocchi e ti chiedi un po' sbalordito, se appartengono al tuo mondo o al puro prodotto della pazzia. Alla fine però hai pochi dubbi: quello è anche il tuo mondo. La narrazione è sempre accompagnata da un'ironia di fondo che alla fine ti induce ad amare questo uomo, apparentemente assurdo.
Un'autentica sorpresa questo autore. Inventa una storia ricca, avventurosa, costruita su un bisogno inarrestabile di vita di un uomo ai margini della società, trovando come fulcro oggetti quotidiani, banali. L'impatto è decisamente surreale ma più leggi, più ti entri in sintonia con un mondo che passo dopo passo diventa incredibilmente familiare. Da gustare.
Recensioni
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A tutta prima, nel leggere dell'equivoco comportamento di Geremia, il protagonista di questo romanzo d'esordio di Enrico Unterholzner, d'istinto viene da provare sconcerto e disagio. Chi Ì questo individuo che, tornato a casa da un decoroso lavoro impiegatizio, si trastulla sul divano con le piccole Pamella e Silfantea abbracciandole e cospargendone le delicate membra con ôoliuzzoö e ôcreminaö? Si tratta di un pedofilo, di un adescatore di bambine, di uno zio depravato? Nulla di tutto ci‗. Abbiamo semmai a che fare con un'anima candida, con un poveretto privo di relazioni autentiche che, per scongiurare la solitudine, si Ì inventato una realtË tutta sua dove gli oggetti prendono vita e partecipano alle vicende umane, proprio come nelle fiabe. S², Ì una fiaba, questa di Unterholzner; una storia fantasiosa e dolorosa al contempo. ╚ il resoconto di una pazzia mansueta quanto il personaggio chiave della vicenda: individuo ôdisadattatoö o, meglio ancora, poco adatto a vivere tra gente ordinaria e incapace di accettare chi, come lui, ôentrava in altre realtË dove i vincoli terreni erano lontani, dimenticatiö.
Geremia Ì un eterno fanciullo che, pur avendo superato il quintale di peso, gioca ancora con i soldatini e si diverte a compiere lunghe scivolate sul pavimento del corridoio di una abitazione la quale si fa anticamera di un universo fantasmatico cui egli pu‗ accedere lasciandosi alle spalle le miserie del mondo: del nostro mondo. Cos², dalla sua prospettiva visionaria, una zuccheriera di porcellana pu‗ trasformarsi in una giovane avvenente, da lui chiamata Silfantea, e una trottola di legno diventare per prodigiosa metamorfosi una bambina di nome Pamella. Due creature ideali, che altro poi non sono, secondo Geremia, se non sua moglie e sua figlia. Cos², ogni sera, il solitario appartamento dello stralunato personaggio prende magicamente ad animarsi; il clima emozionale di quelle stanze vuote si riscalda e l'uomo Ì infervorato, raggiante, mentre stringe a s+ la zuccheriera e la trottola. Altro non cerca o pretende, se non proteggere ôquelle vite arrivate dal nullaö.
Tuttavia gli esorcismi, si sa, non sempre funzionano. E alle fantasticherie subentra incontenibile la paranoia, in un crescendo psicotico davvero allucinante. Geremia inizia ad aver paura per le sue protette, secondo lui minacciate da una ôpresenza nemicaö. Urge quindi approntare piani di difesa, strategie onde opporsi all'assedio di chi intende portargli via la famiglia. L'uomo si dË da fare quanto pu‗: mette in atto tutta una serie di espedienti e trucchi per allontanare la minaccia, finendo per rinchiudersi ancor pi¿ nelle sue fissazioni, ma ogni tentativo di fuga/difesa dal reale finirË per farlo smarrire definitivamente.
Lo stagno delle gambusie Ì una fiaba senza lieto fine. Ma l'intera vicenda, pur cos² triste e desolante, Ì permeata da un respiro narrativo all'insegna della pacatezza; ogni capitolo di questa storia ambientata ai confini della realtË pare avvolto dall'aura del miracolo e dell'innocenza. Certo, il protagonista Ì destinato a perdere/perdersi, ma la sua sconfitta indomita, senza resa rappresenta poi solo il suggello dell'essere lui diverso per antonomasia. Incarnazione, dunque, dell'alteritË assoluta o dell'altrove pi¿ alieno e destabilizzante, se Geremia ricorda un po' certi maniacali personaggi di Francesco Recami, il suo creatore pare ispirarsi piuttosto a Calvino per la levitË di scrittura e l'ironia compassionevole nei confronti delle umane debolezze.
Francesco Roat
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