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Un libro importante che scava in profondità alla ricerca di risposte, sempre urgenti per la coscienza europea.
«Un saggio che ricostruisce il viaggio della libertà» – la Repubblica
«Una storia che doveva essere raccontata e Rosie Whitehouse l'ha fatto con empatia, calore e forza: la storia di coloro che sono sopravvissuti alle tenebre più oscure e che sognavano una nuova vita alla luce del sole.» – The Guardian
Liguria, 1946: durante una notte estiva, più di mille ebrei attendono in silenzio di potersi imbarcare su una nave dalla spiaggia di Vado. Sono sopravvissuti ai campi di sterminio e alle marce della morte, per mesi sono rimasti nascosti in attesa di raggiungere la Palestina forzando il blocco navale imposto dalla Gran Bretagna. Nell'Italia caotica del primo dopoguerra, una parte di loro ha trovato accoglienza in centri sparsi in tutta la Penisola: da via dell'Unione a Milano a Sciesopoli sulle Prealpi bergamasche, da Villa Bencistà a Fiesole a Tradate, a Modena… in una rete di sostegno in cui operano, ai margini della legalità, militari della Brigata ebraica, partigiani, agenti dell'Alyah Bet, figure straordinarie come Yehuda Arazi, Raffaele Cantoni, Ada Sereni. Dall'Europa dell'Est alla spiaggia di Haifa passando per l'Italia, Rosie Whitehouse segue le tracce di questi passeggeri clandestini e ne racconta le storie, ne ricostruisce i nomi e le vicende individuali, talora per la prima volta. Chi erano le persone in attesa sulla spiaggia di Vado? Da dove provenivano, come sono riuscite a sopravvivere? E perché, dopo essere stati liberati, così tanti ebrei non si sono sentiti né a casa né al sicuro in Europa? Oggi siamo capaci di ricordare anche questo aspetto della Shoah? Il suo è un viaggio nel tempo in un'Europa ebraica annientata e, insieme, nello spazio, nell'Italia, Germania, Polonia, Lituania, Israele di oggi, dove Rosie Whitehouse è andata a visitare campi di concentramento, campi profughi, musei e memoriali, e a intervistare i sopravvissuti e i loro figli e nipoti. Perché grazie alla conoscenza diretta è possibile ridurre quell'incolmabile distanza che esiste tra noi e chi ha vissuto l'orrore indicibile della Shoah e comprendere in modo adeguato il contesto in cui è nato lo Stato di Israele e l'ideologia di quanti, brutalmente privati delle loro radici e con un futuro incerto e oscuro davanti a loro, furono determinati a crearsi una nuova patria. Un libro importante che scava in profondità alla ricerca di risposte, sempre urgenti per la coscienza europea.
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