Sognando l'Avana

Le vite di questi ragazzi scorrono parallele in un condominio che ricorda i gironi dell'Inferno, quello dove ci ha spinto la crisi economica . Ognuno dei ragazzi finisce vittima della propria debolezza mentre gli adulti non sanno più a che santo votarsi, tutto è terribilmente caotico in questa società dove anche i Papi son diventati due e un comico è l'uomo politico più credibile. Peppe Lanzetta riesce a cogliere con la sua storia lo sgretolarsi inarrestabile della nostra società , dove i padri non sono più guide , ma navi alla deriva e i figli, trasformatisi in topi fuggono dietro il primo pifferaio magico che gli prometterà la felicità che può dare il dio Denaro.

Penso che Peppe Lanzetta sia un geniaccio che scrive buoni libri, con un giusto linguaggio. Ma scoprire, leggendo "Sognando L'Avana" che perfino Lanzetta ha usato in un caso l'odioso "piuttosto che" con valore disgiuntivo ossia nel senso di "oppure" è stato per me un duro colpo. Che poi uno scrittore napoletanissimo usi questa snobistica aberrazione lessicale di patogenesi settentrionale è ancora più grave. Rimane il mio apprezzamento per questo versatile artista anche se il libro in questione è comunque al di sotto del suo standard abituale

Una delusione totale, un dolore fitto. Nel profondo di chi aveva letto con interesse i primi racconti ed i primi romanzi, sfogliando poi le sue ballate con grande attenzione. Probabilmente accusato di "scrivere come Erri De Luca", col suo pur apprezzabilissimo e maturo Giugno Picasso, lo scrittore ritorna nella Napoli periferica e miserabile di Un Messico Napoletano. Lo fa, incautamente, raccontando una mezza dozzina di storie truci. Giocando al "lascia o raddoppia" con ogni dettaglio più disdicevole e disgustoso. Fra larghi "buchi" nelle sotto-trame, carenze della caratterizzazione e la totale assenza di un iter narrativo preciso. Basti pensare alla trasferta "olandese" di una delle prostituite protagonista. Il massacro al limite dello scempio. E' un libro che asseconda il mercato, tanto inseguito dall'esoso editore, quanto la smentita di uno scrittore un tempo interessante. Oggi, forse, interessato. Dopo un passo falso terribile, posticcio e velleitario come InferNapoli. Libro, quello, sinceramente accusabile di pretestuosa "indagine sociale". Il Lanzetta che denuncia è molto più coerente del Lanzetta che pontifica e fa comizi. Sognando l'Avana sta ai suoi primi libri, come Bassolino starebbe a De Magistris. Come la Iervolino risulterebbe, giudicata alla luce dei disastri della crisi dei rifiuti. Paragoni, minori nel loro bieco essere, imbarazzanti da qualsiasi angolazione. Peccato.