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Sogna più lento. Testo tedesco a fronte - Harald Hartung - copertina
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Sogna più lento. Testo tedesco a fronte - Harald Hartung - copertina
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Descrizione


Harald Hartung è nato nel 1932 a Herne (nella Ruhr) e vive a Berlino. È professore di letteratura, critico su grandi giornali tedeschi, curatore di antologie della lirica del secondo Novecento, pittore e poeta, poeta "lento" che comincia a pubblicare solo nei primi anni Settanta e raggiunge negli anni Ottanta notorietà e importanti premi. "Sogna più lento", il suo più recente successo, contiene sette cicli composti fra 1995 e 2001 ed è incluso nell'edizione delle poesie complete "Aktennotiz meines Engels" (2005, "Dagli atti del mio angelo"). Ironico, benevolo, tenero ma anche tragico nelle miniature dell'istante e nei sobri flash dalla memoria personale e collettiva, Hartung percorre la sua vita dall'infanzia sotto i segni grotteschi del nazismo e sanguinosi scenari di guerra - e questa è la materia più toccante del libro - all'adolescenza postbellica, al culto di Marx e W. Reich negli anni Sessanta e Settanta, alla "svolta" tedesca dell'89, all'odierno imperversare della TV, ai luoghi esotici che oggi tutti visitano, alla pecora Dolly. Ma Hartung riflette anche sulla condizione dell'artista, fra parole ormai quasi senza senso e masse di poeti che somigliano agli "esuberi" a rischio di licenziamento, e nei suoi voluti saltuari omaggi alla tradizione, al canto di Goethe e di Heine, c'è un volgersi alle forme del passato che è un tratto saliente della poesia postmoderna.
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Dettagli

2006
175 p., Brossura
9788876445255

Voce della critica

A quanta poesia tedesca ha dato voce italiana Anna Maria Carpi? Dai grandi classici del Novecento fino ai giovani contemporanei come Grünbein, sono ormai innumeri i testi tradotti e commentati in puntuali postfazioni dalla germanista, apprezzata autrice essa stessa di prosa e poesia. Con Harald Hartung c'è anche qualche affinità di carriera. Docente di letteratura tedesca a Berlino, noto soprattutto per la sua attività di critico letterario, l'autore tedesco ha intensificato la scrittura creativa in età matura. Carpi ha scelto la penultima raccolta, pubblicata da Hanser in occasione dei settant'anni dell'autore. Sogna più lento disegna una sorta di grande cerchio della memoria che muove da frammenti di un'infanzia percorsa dai cupi Heilrufe dei nazisti, per tornare inquieta nella seconda parte alle immagini di soldati mutilati e panzer in fiamme nella resa del 1945. Sia detto a margine: colpisce nella produzione tedesca recente, non solo di Hartung, la permanente stratigrafia di passato e presente, quotidianità e ricordo. Percorsa dalle lacerazioni della Germania, ma capace di soffermarsi con attenzione precisa, lenticolare sulla realtà di una Berlino in mutamento come sulle costruzioni oniriche dell'io, questa poesia ha i suoi esiti migliori nei testi brevi. Il gesto di un vicino di casa, le note di un concerto, i giornali appena sfogliati diventano segnali ricorrenti, fissati nel verso come la grande storia alla quale si riconnettono. Il franco taglio autobiografico è sorretto da una vena analitica che non di rado approda alla sapida ironia della vecchiaia: quando il corpo più non risponde, all'edonista non resta che "il tepore della vasca" e il bagno schiuma marca "Afrodite". Quel che fu l'avanguardia "adesso esalta / lo stato coniugale", annota sarcastico l'io sollevandosi sui cuscini "dalla tomba del letto" (Mobilat). Ma non rinuncia, Hartung, a empiti di tensione lirica, come nell'affondo ottativo fuori dal tempo e dalla storia che chiude Ascoltate: "Ah se potessimo / come Filemone e Bauci / tramontare all'ombra / d'immense vele increspate". Ed ecco che su quest'onda affiorano anche le rapide, fiabesche epifanie del sentimento, come nel gioco di bocca e luna di Una volta di notte. Poesia di misura pacata, senza aureole, quella di Hartung, che la traduzione di Carpi fa vibrare di intima verità.
  Anna Chiarloni    

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