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Recensioni Snack Bar Budapest

Snack Bar Budapest di Marco Lodoli, Silvia Bre
Recensioni: 2/5
Un paese di mare, in una notte d'inverno. Un ragazzino visionario che guida una stramba gang di teppisti si allea con un ex avvocato, da tempo radiato dall'ordine. È quasi un rapporto padre-figlio, tenero e infernale. Della durata di una sola, violentissima notte, in cui si mescolano sogni, illusioni e voltafaccia. Torna il romanzo del 1987, da cui Tinto Brass ha tratto nel 1988 il film omonimo, interpretato da Giancarlo Giannini. Stanotte non si dorme. Il paese si prepara a far festa a Faffo il maratoneta, che sta per tornare dopo la vittoria in Portogallo. Lo aspetta Molecola, sedicenne con "la faccia brufolosa di chi prende ancora la paghetta del sabato" e il modo di fare di un boss. Lo aspetta anche l'avvocato, che in realtà da anni non va più in tribunale, ma piazza macchinette nelle sale-gioco e poi va a ritirare i soldi a fine mese per conto del Comandante. Lui in quel paese di mare ci ha portato la sua Milena ad abortire. E li ha incontrato Molecola, che sogna di trasformare la sua anonima città in una nuova Las Vegas: un firmamento elettrico di insegne, tra sale-gioco, discoteche, hotel a dieci stelle, cinema, go-kart, teatri e soprattutto casinò. Per realizzare il suo progetto, Molecola vuole al suo fianco l'avvocato: "Non sa che storia possiamo inventarci insieme". )
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