Il silenzio che racconta la vita e il rosmarino

molto bello mi fa venire una nostalgia della basilicata visto che io sono nato in un paese vicino craco.

Con il romanzo "Il silenzio che racconta la vita e il rosmarino" Maria Antonietta D'Onofrio conduce il lettore tra i solchi dei calanchi di un piccolo paese della Lucania. E' proprio sullo sfondo del Sud d'Italia che si svolge la vita di Lisa, "figlia di un mondo senza spazio né tempo", vittima dei soprusi degli uomini che, da veri briganti di amori violati, la mortificano colpendola nella dignità. Segnata dal destino sin dalla sua nascita, avvenuta nel 1928 tra la miseria e la rabbia del padre che prova per lei vergogna (chi nasce a marzo nasce pazzo) e sciagura (in quanto femmina, avrebbe avuto bisogno di dote e corredo), Lisa si rileva essere una donna forte e coraggiosa, abile nel rialzarsi e camminare sulle proprie gambe dopo ogni caduta, capace di amare "la vita quand'era generosa e quand'era infelice, per un solo motivo: fargliela amare anche ai suoi figli che, in questa vita, ce li ha voluti lei". La forza di questa donna è tutta racchiusa nella sua ragione di vita: "Non è vero che i figli sono il nostro futuro. Siamo noi le madri, le strade sulle quali corre il futuro dei figli". Il romanzo si presta piacevolmente alla lettura grazie al suo stile fluido e diretto, pieno di sentimenti che denunciano un desiderio di riscatto. Riscatto che arriva quando, ormai ottantenne, Lisa chiude il cerchio intorno a sé, circondata dalla presenza e dall'amore dei suoi tre figli.

Emozioni incredibili si susseguono pagina dopo pagina alla ricerca del vero senso che si nasconde nelle piccole cose, le più semplici, le più minimali, quelle che fanno indiscutibilmente la differenza con una lirica poetica che fa rabbrividire per la descrizione puntuale e reale. Comunica forza e tenacia. Lascia un'impronta nella memoria storica di ciascuno perchè sfiora il cuore e si impossessa delle emozioni più vere e genuine, frutti delle radici del sud.