Signoria

Concordo con Fabio e non capisco come quest'autore non attiri maggiore interesse editoriale. E ' immenso.

Di Cabré avevo apprezzato molto 'Io confesso', meno il torrenziale 'Le voci del fiume'. Ironico, prima di tutto, Signoria, di quell'ironia più casareccia che sottile la quale, assieme al linguaggio informale, avvicina alla contemporaneità i personaggi settecenteschi di un'insolita Barcellona brumosa e bagnata. A metà giallo, a metà romanzo di ambiente e di costume in parti perfettamente dosate, dire che è una lettura godibile potrebbe essere sufficiente per archiviare la pratica, ma forse un po' riduttivo; a ben cercare si può trovare dell'altro.

Ma perché non traducono di più Cabré? Questo è un maestro, un grande affabulatore, un filosofo, un mistico della ricerca stilistica. Traduciamo maggiormente questo catalano! Il libro è sì un romanzo storico, ma non soltanto : è il racconto sempiterno e diacronico del conflitto fra Legge umana e Legge divina; la parabola di un giudice che viene sopraffatto dall'Apparato di cui è servitore; il tormento del servitore dello Stato che non riesce ad accettare la propria umana debolezza. Gli resta un titolo onorifico, una bugia sussurrata a mezza voce per invidia: Signoria. Splendido!