La Sibilla. Vita di Joyce Lussu

Recensioni dal Premio BPER Banca per la migliore recensione dei libri del Premio Strega Giovani.

La Sibilla. Vita di Joyce Lussu di Silvia Ballestra – recensione di Arianna Baselice (Liceo Varalli, classe 4BL, professoressa referente Angela Vaglio).

La Storia non sempre è giusta con le sue figlie quanto lo è con i suoi figli. Essi, innalzati all’eterno azzurro, vestono abiti d’oro e corone di alloro, sono dèi di pace e guerra, di speranza e distruzione; esse l’oro lo riflettono negli occhi e nei capelli, mentre ornano gli altari dei padri, dei fratelli e dei mariti. Ma le donne che partecipano alle lotte che come fuochi nella notte illuminano i secoli, non possono accontentarsi dell’oscurità: lasciano tracce e briciole, distendono fili candidi, accendono candele.

Joyce Lussu è una di queste eroine dimenticate. È il grido di dolore di tutte le donne prigioniere delle proprie case, Joyce Lussu è elettricità nell’aria prima di una tempesta, è vento di Rivoluzione; è il Mar Adriatico, calmo e sconfinato; è una piazza piena di fiori ed è una fiaccola che arde imperturbabile in una notte senza Luna.

Joyce ha percorso le tumultuose pagine del XX secolo, ma non appare nei libri di storia. Coniuga in sé la nobiltà inglese dei suoi avi, le dolci campagne marchigiane della sua giovinezza, l’oscurità e l’orrore della Guerra, la luce e lo splendore della Resistenza. Porta in grembo le contraddizioni di un’epoca intera, scrive per far sentire le sue urla, lotta instancabilmente per mantenere viva la speranza un giorno di non dover lottare più. Trascina il tempo avanti con sé e, quante più volte il tempo è troppo pesante e le cade indietro, tante volte lei lo raccoglie e prosegue il cammino, stupendo e affascinando tutti coloro che vedono una soldatessa bianca percorrere i fronti dell’Italia con il Novecento gettato sulle spalle.

Ballestra la ammira da vicino e la decanta da lontano, segue le orme lasciate tra le pagine del tempo, raccoglie i fiori dalle piazze dei paesini addormentati dove aveva parlato lei. La biografia di Joyce Lussu di Silvia Ballestra è il frutto dell’ammirazione di una grande vita, di anni di pellegrinaggio alla grotta della sua Sibilla, rivelatrice di enigmi ed enigma lei stessa, che, con ogni parola, chiarisce ciascun interrogativo e ne suscita di nuovi che esigono nuove risposte. E ancora, è frutto dell’impossibilità di tenere per sé il messaggio rivelatole, messaggio di saggezza, di coraggio e di emancipazione, che prende forma in un’ode a tutte le donne dimenticate dalla Storia, mogli di grandi uomini e mamme premurose, spose fedeli alla Causa e madri delle Rivoluzioni.

Tra le sue pagine Joyce Salvadori Lussu vive ancora: passeggia, ora tra rovine di città distrutte, ora tra sale luminose e colme di libri; reggendo in una mano la ‘fiaccola della Resistenza alta e viva’, nell’altra porta bassa una candela, e, senza mai voltarsi indietro, ci indica la strada e ci illumina il cammino.

Recensioni dal Premio BPER Banca per la migliore recensione dei libri del Premio Strega Giovani.

Federica Martinelli 

Liceo Lucio Anneo Seneca

Classe 5P

Docente: Gisella Annunziata Bellantone

Recensione: La Sibilla. Vita di Joyce Lussu di Silvia Ballestra

Partigiana, poetessa, scrittrice, traduttrice, storica, politica, intellettuale e agitatrice culturale sono etichette che non riescono a descrivere appieno la grandezza di una donna protagonista del ventesimo secolo: Joyce Lussu, la Sibilla del Novecento.

Silvia Ballestra ha reso possibile che le imprevedibili vicende di Joyce potessero essere custodite e tramandate. 

La poesia fluisce nel suo sangue e le sue origini anglo-marchigiane hanno trasferito, dal ramo della famiglia Salvadori, un'impronta ben precisa sul pensiero cosmopolita e libertino.

Joyce, all’anagrafe Beatrice Gioconda Salvadori, ricorda la sua gioventù come un periodo di immaturità e di poca autonomia, data l’impossibilità di andare a scuola, che influenzò il modo di relazionarsi con i suoi coetanei. 

Il regime fascista cercò di imporsi sulla sua famiglia, ma lei rispose sempre con l’azione, combattendo per i valori nei quali credeva fermamente.

Non fu sola a combattere la Resistenza, ma fu affiancata dal suo grande amore, Emilio Lussu, prestigioso rivoluzionario ricercato dalle polizie fasciste, conosciuto grazie al movimento antifascista clandestino Giustizia e Libertà, che puntava al rovesciamento del regime a favore di una rinascita democratica.

Emilio e Joyce erano diversi. Da un lato un uomo che ha combattuto in trincea nella Prima guerra mondiale e che, da confinato, è riuscito nella fuga impossibile da Lipari, dall’altro lato una giovane di buona famiglia che ha studiato ad Heidelberg  e che si è confrontata con uomini di spessore come Benedetto Croce.

Insieme hanno superato vicende travolgenti, pericolose e rocambolesche, grazie al forte senso politico e alla loro incisività nel combattere in prima linea. Hanno partecipato a missioni segrete, realizzato documenti falsi, destreggiandosi tra identità mutevoli, attraversato le frontiere dell’Europa occupata dai nazifascismi.

Questo libro è una valida testimonianza dell’immensa genialità di una giovane donna che lottò per la sua libertà non solo politica, ma anche privata: l’aborto clandestino e la pillola di cianuro che portava con sè in caso non riuscisse a sopportare le torture. 

Ma di una cosa Joyce è convinta: «un vero poeta non canta la rivoluzione, fa la rivoluzione cantando». 

Un libro che ammalia per la dettagliata descrizione di una donna che ha unito le sue doti di coraggio e di intelligenza per battersi a sostegno dei diritti, specialmente quelli delle donne. Non si accontentò mai di essere solo “la moglie del ministro Lussu”, difatti si attivò, prima in Sardegna, per poi scendere nelle piazze italiane.

La sua storia deve essere d’esempio a tutte le donne che cercano di affermarsi nel mondo di oggi, personalizzando il suo stile di vita basato su: “pensa, scrivi, combatti”.