Si nasce senza ali

Si dice ch'io sia un lettore dal palato difficile. Confermo: ho spesso da ridire anche su romanzi sul cui valore non si discute. Spesso, dopo le prime pagine, mi ritrovo annoiato ed allora, sfoglio a caso le pagine interne, alla ricerca di qualcosa?.., qualcosa ?..qualcosa (che magari trovo, ma raramente) qualcosa che invece Nadia Cappai traccia sin dalle prime righe con l'autorità di chi possiede la forza delle idee. Che la trama di Si nasce senz'ali sia efficace, che i personaggi ed il contesto siano pregnanti, ognuno potrà notarlo da sé; ma per comprendere come Cappai riesca a giungere a tanta compiutezza, richiede al lettore una certa attenzione, la quale porterà certamente al piacere ancor più grande della rilettura, e poi della rilettura di alcune pagine che più delle altre saranno rimaste impresse. È difficile dire se l'Autrice si sia posta o meno problemi di strategia narrativa interna ed esterna. Sta di fatto che ogni componente del romanzo è costruito con evidente coerenza e pienezza, intendendo per quest'ultima il risultato che viene dall'essere scesi nel profondo di cose, persone e situazioni, e dell'essere poi riemersi alla loro superficie, attraverso un'avventura rappresentativa che tocca ogni corda sensuale, sentimentale, psichica, intellettuale e spirituale dell'essere umano. Ciò crea coinvolgimento ed avvince. Perciò non serve essere o non essere lettori consumati. Si nasce senz'ali è un libro per tutti indistintamente, sia che si sia un professore di filosofia o una persona semplice che coltiva il piacere di leggere.