Shirley

Questo libro è riuscito ad incantarmi ed a coinvolgermi come solo i libri belli sanno fare. È una storia come tante dove ragazze dal cuore puro aspettano l'amore vero, e dopo alcune peripezie si arriva al lieto fine. Niente di più banale in effetti come trama. Ma di nuovo, come quando ho finito di leggere Jane Eyre, ho avuto la sensazione di essere cresciuta moralmente. Mi sento una persona migliore perchè posso fare miei quei comportamenti tipici di un tempo, dove non c'era bisogno di essere volgari, arroganti o violenti per venire ascoltati e far accettare agli altri il proprio punto di vista. Ovviamente quella raccontata in Shirley è una storia non interamente vera, ma perchè non prendere spunto da questi personaggi che hanno nella loro fittizia caratterizzazione una potente forza interiore?

Per il momento ho interrotto la lettura a metà. Lo stavo leggendo in lingua originale, e forse questo me l'ha reso un po' ostico. Di solito amo la letteratura inglese dei secoli XVIII e XIX, eppure "Shirley" non è riuscito a far breccia nel mio cuore. Forse lo riprenderò più avanti. Tra le cause per cui ho messo in pausa la lettura, cito tra le più immediate la lentezza e i frequenti interventi moraleggianti dell'autrice, che mi hanno convinto poco.

Un racconto incentrato sui problemi sociali che in questa storia si fanno piu' evidenti con le lotte tra il padrone e la classe operaia. Ma e' soprattutto nei personaggi di Shirley e di Caroline che l'autrice vede una qualche caratteristica delle sorelle Emily e Anne. Due donne diverse di carattere ma con tanta determinazione e voglia di indipendenza, per quell'epoca impossibile anche pensarlo.