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Settanta acrilico trenta lana
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Settanta acrilico trenta lana - Viola Di Grado - copertina
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Settanta acrilico trenta lana

Descrizione


Premio Campiello Opera Prima 2011. Camelia vive con la madre a Leeds, una città in cui "l'inverno è cominciato da così tanto tempo che nessuno è abbastanza vecchio da aver visto cosa c'era prima", in una casa assediata dalla multa. Traduce manuali di istruzioni per lavatrici, mentre la madre fotografa ossessivamente buchi di ogni tipo. Entrambe segnate da un trauma, comunicano con un alfabeto fatto di sguardi. Un giorno però Camelia incontra Wen, un ragazzo cinese che comincia a insegnarle la sua lingua: gli ideogrammi. Assegnando nuovi significati alle cose, apriranno un varco di bellezza e mistero nella vita buia di Camelia. Ma Wen nasconde un segreto, assieme a uno strano fratello che dietro una porta deturpa vestiti...
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Dettagli

E/O
2012
Tascabile
192 p., Brossura
9788866320913

Valutazioni e recensioni

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furetto60
Recensioni: 5/5

Opera di cristallina ispirazione letteraria, ancor più brillante considerata la giovanissima età dell’autrice, poco più che ventenne all'epoca della prima uscita. La Di grado padroneggia con maturità sia il linguaggio – insolito, frizzante, graffiante - sia l’intreccio narrativo, prendendosi da subito sfrontatamente confidenza col lettore che resta stupito per l’ambientazione surreale e favolistica che serve da deterrente, minimo, ad una situazione altrimenti tragica. Nonostante la verve e la cruda, a volte crudele, ironia, la storia ha l’ulteriore pregio di non cadere in facili pietismi, o stereotipi, o peggio ancora in un banale finale catartico liberatutti, piuttosto mantiene le promesse sino all'ultima parola. Una voce fresca, musicale e già matura che invoglia ad assaggiare le opere successive.

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Silvia
Recensioni: 3/5

Non mi identifico nè nei detrattori di questo libro nè in chi, leggendolo, ha gridato al miracolo come se fosse improvvisamente rinata la vera letteratura italiana. Lo stile di questa autrice, all'epoca molto giovane, è molto buono, vivido, scabro, sarcastico, forse un po' troppo auto-compiaciuto. Il problema è che nella seconda metà del libro la storia inizia fare acqua da tutte le parti, troviamo sperma dappertutto (mentre nella prima parte la protagonista non pareva così attratta dal sesso) e la soluzione della storia viene affidata ad un personaggio che 'spunta' all'ultimo, tipo deus ex machina senza il quale sembra che l'autrice non sapesse come finirla. Lo consiglio come lettura, ma senza lodi nè infamia.

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francesco v
Recensioni: 5/5

Tanta la caratterizzazione dello stile, la particolarità del linguaggio metaforico, la adeguatezza della forma, che non riesco a pensare come l'autrice possa scrivere altri libri dopo questo che sembra già il risultato finale di un processo di formazione lungo anni. Un libro meraviglioso, che descrive in maniera divinamente claustrofobica il senso di sconfitta, la inadeguatezza e la deriva autistica di chi non riesce a comunicare con il mondo perché non vi si riconosce. Follemente luridamente e fastidiosamente bello

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Conosci l'autore

Viola Di Grado

1987, Catania

Viola Di Grado è figlia di Antonio Di Grado, italianista e uno dei massimi studiosi di Sciascia e De Roberto, e di Elvira Seminara, scrittrice. Si è laureata in lingue orientali a Torino. È stata in Erasmus a Leeds. Ha viaggiato in Cina e Giappone specializzandosi in filosofia cinese a Londra. Il suo primo romanzo Settanta acrilico trenta lana è stato pubblicato da e/o nel 2011. Ha tradotto opere di autrici come Joyce Carol Oates, Jami Attenberg e Anne Boyer. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo anche: Cuore cavo (E/O 2013); Fuoco al cielo (La Nave di Teseo 2019); Fame blu (La Nave di Teseo 2022) e Marabbecca (La Nave di Teseo 2024).

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