Servabo: memoria di fine secolo

Uno dei libri più belli che abbia mai letto, potente in tutta la sua immensa delicatezza, riflesso di una profonda intensità intellettuale e umana.

"Servabo" di Luigi Pintor è una testimonianza preziosa, una autobiografia epurata da convenzionalità e autocompiacimento. La brevità del testo consegna solo parole che avvertiamo necessarie e che ci nutrono di stupore. Le parole sono schive, ma offrono una visione autentica della relazione col mondo e con l’esistenza, con il passato e il nostro desiderio di restituirlo al presente. Il dolore, il rimpianto e la riflessione sugli eventi personali si intessono con gli eventi della storia del secondo novecento, in totale assenza di nomi, date, località, e ciò lo rende ancor più pregnante e autentico.

Mi è molto piaciuto questo libro. Una scrittura scarna ed efficace, uno stile essenziale ma fortemente evocativo, forte carica descrittiva. Fatti, emozioni, avvenimenti privati e professionali vengono evocati, rivissuti e consegnati alla memoria di chi li legge. 'Servabo' è il primo libro di una trilogia da non perdere (La signora Kirchgessner e Il nespolo) che racconta una storia privata, intrecciata strettamente con la Storia, dalla fine del ventennio fino ai giorni nostri. Una lettura di grande fascino.