L' ultima parata di Moacyr Barbosa

L'autore del libro riflette, in termini anche poetici, secondo la lezione giornalistica appresa da un Maestro come Gianni Brera, sul destino di un calciatore immeritatamente assurto al ruolo di colpevole di una disfatta storica, che ha dovuto scontare per il resto della sua lunga vita. Per la verità, se si considera la sua carriera di portiere, Barbosa è stato un vincente: sette campionati tra quelli di Rio e San Paolo e una Coppa dei Campioni Sudamericana con il Vasco da Gama, più un Campionato Sudamericano con la nazionale, ma non è mai riuscito a togliersi di dosso l'onta del "Disastro del Maracanà", che colpì tutti e undici i giocatori scesi in campo quel giorno contro l'Uruguay, ma soprattutto lui.

Come al suo solito Darwin Pastorin racconta il Calcio con la C maiuscola. Racconta quel Calcio che a me piace, fatto di uomini, sensazioni emozioni e sentimenti. Anche in questo libro riesce a raccontare con poche parole e senza retorica la storia di un giocatore, Moacyr Barbosa, "odiato" da quel popolo che Pastorin conosce benissimo, e riesce ad arrivare dove un "normale" giornalista sportivo non riece nemmeno a provarci: dentro la maglia di un giocatore, nel cuore di un uomo.

Ok, 92 pagine per esprimere concetti e valori importanti, profondi, ma che potevano essere espressi in quattro pagine (magari su una rivista o un giornale). Direi che leggere le recensioni è come aver letto il libro.