I fasciovegani. Libertà di cibo e di pensiero

Un libro da giornalista, numerose sono le citazioni o gli eventi correlate all'estremismo di alcuni fanatici personaggi, l'autore intensifica la sua posizione liberale anteponendo nella tesi alcuni valori della società moderna che molto spesso si vanno a sminuire per un "bene superiore". Conoscere l'autore e le sue idee sicuramente aiuta ad interpretare meglio il libro, che quasi si propone come uno sfregio all'ideologia vegana nella sua natura più estrema ed autoritaria.

Il concetto del libro non è sbagliato, come tutte le ideologie estremiste il contenuto riporta una concezione esausta del vegan a tutti i costi. Ma l'autore risulta nelle pagine troppo ripetitivo e dipinge l'idea vegan il male assoluto. Giusto rispettare le idee e la filosofia di vita di ogni singola persona senza costrizioni o dove 'è tutto giusto o è tutto sbagliato'. Vero è che da tempo stiamo precipitando in questa china, ma sta a noi accendere il cervello e controbilanciare chi fa di un idea una marcia ad oltranza, calpestando i diritti altrui. Lo pensavo più ricco ma soprattutto più equilibrato. Ma non lo è.

Letto con le migliori intenzioni, convinto di trovarci spunti di riflessione su una tematica quantomai ostica. A circa un quarto del libro ho abbandonato. Il libro è un susseguirsi di provocazioni da parte dell'autore e risposte rocambolesche da parte dei vegani. Risultato? La tematica principale che dovrebbe essere sviluppata rimane sullo sfondo, non riesco ancora a capire come si possa fare un libro con così pochi argomenti. Il dubbio che forse l'autore in cerca di visibilità abbia trovato nei vegani una sponda quanto mai pronta a cadere nella provocazione mi resta forte. Da evitare.