La scienza fa bene (se conosci le istruzioni)

Obiettivo di questo libro è quello di trasmettere l'importanza della scienza per la vita collettiva ed individuale.

Forse potremmo partire dalla fine, quando si accenna al pensiero veloce e al pensiero lento,citando Lamberto Maffei ( ma a me veniva in mente Kahnemann ):se innumerevoli studi di psicologia ci descrivono come esseri dal cervello sostanzialmente primitivo,cioè poco razionale ed esposto continuamente a distorsioni cognitive,è arduo sperare che l'uomo medio possa apprezzare la scienza ed applicarsi a capirla.Si espone il problema della comunicazione degli scienziati con l'uomo della strada,ammettendo che forse a volte è meglio non comunicare piuttosto che comunicare banalizzando la complessità dell'argomento con un linguaggio immediato ,ma giocoforza fraintendibile.Invece io ritengo che tradurre gli esiti della ricerca scientifica in una comunicazione coinvolgente e semplificata non tradisca necessariamente il messaggio che si vuol dare.Non dimenticherò mai la bellezza di una metafora che lessi una volta, che i mitocondri sono le centrali elettriche della cellula.Come dimenticare più un significato così suggestivamente trasmesso? E qui rammendo tutte le pecche del sistema scolastico italiano,il sistema intero, che sembra essere rimasto perennemente lo stesso,con tutto il suo peso di un insegnamento ingessato e appassito da sempre.E poi ci meravigliamo dei casi Stamina o Di Bella giustamente citati nel testo? Anche questo libro secondo il mio modestissimo parere poteva essere scritto in forma più coinvolgente. Sia chiaro che io concordo in toto con la difesa della scienza in opposizione alla pseudoscienza,che ancora va tanto di moda, ma mi chiedo: l'uomo della strada a cui è dedicato il libro, se arriverà pure all'ultima pagina, sarà stato convinto della bontà della scienza?