La libreria del buon romanzo

Irritante, inconcludente, pedante e sconclusionato. Personaggi insulsi inseriti in una storia senza capo né coda... La critica che questo libro vorrebbe essere verso le pubblicità accattivanti x libri commerciali e l’interesse della “massa” a libri (a suo dire) banali, senza una storia da raccontare (tra cui include per esempio Harry Potter), ne è invece questo romanzo stesso la piena rappresentazione. Ogni tanto tra una pagina e l’altra viene menzionato qualche bel libro veramente. Ma che basta andare su internet e scrivere: “libri da leggere nella vita” che vengono riportati gli stessi titoli. L’ho letto fino alla fine nella speranza di cambiare opinione invece rimane un libro inutile fino all’ultima pagina. Non comprerò altri romanzi di questa scrittrice. Sconsigliato al 100%.

Opera che resta impressa per la sua originalità, per aver incarnato il sogno di ogni lettore "forte" che già in proprio tenta di realizzare la propria personale biblioteca ideale. L'autrice conduce una vicenda che si dipana tra giallo - un giallo quale si potrebbe incontrare nel quotidiano, tenue e senza particolari colpi di scena - altrettanto tenui vicende sentimentali, passione letteraria (questa sì tanta) con tanto di numerosi esempi, nomi e cognomi, e aspetti economico finanziari. Il romanzo è anche una evidente critica alle grandi librerie collegate a doppio filo alle (manovre delle) maggiori case editrici le cui proposte sono spesso simili alle opere pittoriche, il cui valore prescinde dalla fama e dalle quotazioni. Purtroppo quel sottilissimo umorismo con cui vengono descritti tre degli otto membri del comitato segreto si limita alla sola parte iniziale, fagocitato dal resto della vicenda ma che, fosse stato mantenuto, certo non ci sarebbe dispiaciuto.

Non amo giudicare negativamente un libro, ma di questo non ne sono rimasta affatto entusiasta. Tutta la situazione descritta è un po' contorta, e all'inizio ho avuto difficoltà a entrare nella storia. L'andamento del testo è lento e a volte un po' banale. Forse è il classico stile francese, non so! Ma che io ricordi, altre volte ho letto autori francesi, e l'ho apprezzati molto di più. Mi spiace quando un libro non mi piace, e, naturalmente, non lo consiglio.