Il marxismo occidentale. Come nacque, come morì, come può rinascere

Ottimo libro, scritto con linguaggio chiaro e scorrevole, nonostante la complessità dell'argomento e il rigore storico dell'autore. E' lo stile di Losurdo!

Arrivato all'ultima pagina del libro, smarrito e avvolto nelle nebbie, un pensiero mi soccorre ad alleviare lo stordimento: fortuna ha voluto che trovassi il libro in biblioteca, così se la mente ne ha risentito, almeno le finanze non hanno subito oltraggio. Un libro strampalato, pieno di citazioni che saltano di continuo da un personaggio, un periodo, uno Stato all'altro. Ma è proprio l'impostazione che non riesco a capire: giudicare dei diversi marxismi (o supposti tali, chè pagine e pagine sono dedicate ad Adorno, Horkheimer, Arendt, Zizek, critici della società, non certo marxisti! In compenso Sweezy non è mai citato!) esclusivamente in base al loro grado di anticolonialismo.Ripeto, non capisco.Forse il volume doveva uscire con un altro titolo. Ma è quando si occupa di un marxista vero (perchè comunista) che Losurdo tocca il fondo: come si fa a collocare Sebastiano Timpanaro nel marxismo occidentale, contro il quale ha scritto di continuo, fino agli ultimi anni? Il libro conferma un'evidenza manifesta da tempo: ad essere morti sono i marxisti ,non il marxismo.