Una città o l'altra. Viaggi in Europa

E' il primo libro che leggo di Bryson e credo che gli darò comunque una seconda possibilità, ma certo questo non mi ha convinta. Indubbiamente scrive in maniera accattivante, è ironico e ti strappa una risata qua e la.. Ma durante l'intera lettura non ho fatto altro che chiedermi perché non se ne sia stato piuttosto a casa sua. Insomma, di tutti i paesi visitati (comunque relativamente pochi volendo parlare di un viaggio attraverso l'Europa!) non ce n'è stato uno che gli sia piaciuto, è tutta una serie di critiche, lamentele e lagne sull'inefficienza di questo o quel servizio, sulla scortesia del personale degli alberghi, dei ristoranti, sulla spazzatura in giro e sul caos dell'ora di punta. Il tutto raccontato facendo ricorso ai più scontati stereotipi di cui ormai anche un bambino è stanco di sentire. Insomma, mi aspettavo qualcosa di più. Decisamente insoddisfatta.

Informazione importante: Bill Bryson non è una guida turistica è un scanzonato vagabondo che erra dove gli capita osservando in modo divertente, provocatorio e qualche volta scazzato cio che gli pare...a me diverte un sacco. Consigliatissimo.

E così, mi ritrovo a dare il punteggio più basso a Bill Bryson. Ormai per me i suoi libri erano un appuntamento fisso delle vacanze: viaggiando, amavo portarmi dietro le avventure di questo viaggiatore così simpatico e pieno di garbo...e quest'anno, la grandissima delusione. Innanzitutto la tabella di marcia: parziale, parzialissima! Come si può visitare l'Europa con pretese di completezza, definendosi anche uno scrittore di viaggi, tralasciando mete fondamentali? Bryson si è limitato a gironzolare per alcune città scelte a suo insindacabile giudizio, ritenendosi soddisfatto di sè dopo aver semplicemente passeggiato per le loro "vie commerciali" (detestabile definizione di "centro storico"), per poi limitarsi ad aneddoti, alcuni piuttosto volgari anche nella narrazione, relativi a scene piuttosto pacchiane da turista americano allupato (con la moglie incinta che lo aspetta a casa). Abituata a Bill Bryson, pensavo con sconcerto che nemmeno sembrava lo stesso autore che conoscevo! Ma poi...veniamo al vero neo: un atteggiamento ipercritico verso tutto! Sembra che a Bryson importi solo sedersi al bar ed avere a che fare con personale che parli inglese perchè "gli americani hanno liberato l'Europa", concetto, questo, piuttosto supponente e spocchioso. Tutte le città, tranne quelle smaccatamente turistiche, sono per lui troppo sporche, troppo piene di gente stupidamente, macchiettisticamente europea! Una fiera degli stereotipi! Come può uno che ha speso MESI nei boschi farsi mettere k.o. da un po' di sporcizia? Un viaggiatore serio sa che il degrado può aggiungere fascino ad una location, se fonte di riflessioni sull'uomo, di atmosfere uniche e particolari, magari decadenti...ma non lui! Parliamo, infine, di Milano, la mia città: galleria Vittorio Emanuele un centro commerciale? Corso Vittorio Emanuele senza bar????? Ma se sono uno in fila all'altro???? Delusione e dispiacere, ecco cosa ho provato.