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Sempre più attuale e sempre più da scoprire. Un grande uomo e un grande cristiano
Nella forza unitaria ed armonia della natura conosciuta attraverso la iniziazione al Pitagorismo, Agostino trovava motivo per contemplare la erranza umana senza tralasciare nulla; anche perché essendo tale coscienza retta dal volere la vita della vita stessa, poiché bastando sapere del mondo non decaduto per trovare una nuova cultura cui affidare i decaduti stessi ed anche da parte di essi medesimi, si poteva indicare ancora la via della civiltà in una condizione civile disastrosa; soprattutto in Africa dove le forze ambientali e naturali hanno potestà insindacabile e richiedono agli umani fatalmente di fronteggiarne le difficoltà con ritrovati solamente civili. In tale circostanza, nonostante le scelte sue lo acquisissero al mondo che pratica i giudizi morali e che usa nella giustizia politica le sentenze morali, egli poteva farne tesoro ed usare la sua enciclopedica conoscenza delle trasgressioni umane alla giustizia universale per difendere gli ultimi scampoli di resistenza civile romana alle nuove Condizioni dettate dai barbari da fuori i rimanenti confini dell'Impero... Eppure avvertendosi, Agostino, che i veri nemici barbari non potevano essere i sopraggiungenti barbari vandali, furiosi per i torti commessigli dalla Corte imperiale romana, che li aveva ingannati su tolleranza, alimenti, disponibilità di còmpiti. Chi erano i veri nemici della “Città di Dio”? Quanto dell’assedio di Ippona consegnatoci dalla storia, invita a considerarne gli ostinati difensori delle mura e dei confini, illusi che la Gerusalemme Celeste potesse essere una Urbe, in ciò involontariamente uniti ai propositi dei nuovi sostenitori di Sion, ma alieni da fede cristiana e ignari di salvezza di Dio, mentre non risulterebbe possibile annoverare Agostino tra costoro. MAURO PASTORE
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