La spada di Roma

Macrone e Catone sono scelti per una missione impossibile: infiltrarsi tra le linee nemiche, entrare nella terra di una delle tribù più ostili a Roma e liberare degli importanti ostaggi. Un’avventura ottimamente ambientata. All’inizio non sembrava un gran che, soprattutto per chi come me era più interessato alla conquista in senso stretto, alle battaglie, agli scontri tra l’esercito romano e le tribù britanniche. Tuttavia anche questo libro conquista il lettore, soprattutto nella seconda parte che reputo la migliore, inoltre le scene di battaglie non sono del tutto assenti. Come ho detto l’ambientazione è ottima. In particolare ho trovato molto intrigante la ricostruzione della Tribù dei Durotringi e delle loro fortezze, così come la loro caduta sotto l’inarrestabile avanzata della Seconda Legione. L’unico difetto è la visione troppo negativa dei druidi. Fosse stato un singolo caso non ci sarebbe stato niente da ridire ma purtroppo qui emerge un serio difetto di Scarrow: la visione incondizionatamente e categoricamente negativa della fede, di qualsiasi fede.

Sopravvalutato. Bello per il realismo militare con cui è raccontato e per i dettagli con cui è descritto, ma è manchevole proprio di quel ritmo incalzante con cui viene presentato. La storia scorre via lentamente: assenti i colpi di scena, fin troppo rilassati molti capitoli. Nonostante la lunghezza, si legge bene, ma si cerca di arrivare fino in fondo giusto per vedere come va a finire la storia che non per una trascinante passione (a proposito, da segnalare il finale ridicolo: per tutto il libro non fa che parlare della ferocia dei nemici e, nel momento di confrontarsi sul campo, si sciolgono come neve al sole in meno di dieci pagine).

Finito di leggere oggi. Che dire, compratevelo!