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La guerra civile fredda - Daniele Luttazzi - copertina
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La guerra civile fredda
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Descrizione


Dopo aver introdotto il concetto di "golpe al rallentatore" Luttazzi aggiorna il quadro con l'esame satirico della tappa successiva: la "guerra civile fredda". Essa è il risultato del progetto reazionario, creatore di disuguaglianze e gerarchie, in atto da un ventennio nel Paese. Se risulta paradossale l'appoggio che col loro voto i cittadini italiani stanno dando alle politiche classiste che da anni li danneggiano, una spiegazione tuttavia c'è. Che Berlusconi e la Lega continuino a vincere le elezioni; An si fonda col PDL; Di Pietro cresca nei sondaggi; il PD resti inconcludente; Prodi abbia battuto Berlusconi per due volte; la Chiesa attragga fedeli da duemila anni; e Grillo riempia i palazzetti e le piazze coi suoi meet up lo si deve innanzitutto al potere di una forte tecnica di persuasione: la narrazione emotiva. Le strategie del marketing politico Usa insegnano che l'elettorato non vota in modo razionale, ma in base a suggestioni emotive. Il programma elettorale diventa secondario, se non sai come raccontarlo. Nella nuova realtà politica, la popolarità sostituisce la legittimazione; la vittoria la credibilità; e i sondaggi l'ideologia. La satira di Luttazzi esplora i cinque elementi della narrazione emotiva con una serie di casi tratti dalla cronaca più recente, mostrando come l'analisi narratologica riesca non solo a spiegare certi fatti, ma anche a prevederli. In appendice, la raccolta di vignette "Cow Crucis" del disegnatore Massimo Giacon.
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Dettagli

2009
12 giugno 2009
238 p., ill. , Brossura
9788807702136

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gp
Recensioni: 4/5

Il monologo della stagione teatrale passata aggiornato con una quantità di note forse eccessiva (tale da rendere difficile la lettura), alcuni racconti inediti e alcuni dei post dal blog dell'autore. Anche se la prosa di Luttazzi dà il massimo in teatro e in televisione, rimane un libro divertente e intelligente, per palati fini e lettori consapevoli. A volte difficile da comprendere ad una prima lettura, è insieme un capolavoro stilistico di satira e giornalismo, che apre la mente con ironia e modestia ben nascosta.

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MiKele
Recensioni: 4/5

Nulla di nuovo sotto il sole: chi segue Luttazzi ritroverà brani del censurato Decameron ed arragiamenti jazzistici di battute collaudate. Anche la teoria della "narrazione emotiva" non è certo inedita (leggere Marshall Mc Luhan o i francofortesi x approfondimenti). La parte più interessante, anche perchè onestamente corredata di bibliografia, è semmai quella sulle origini sincretiche della fabula cristiana: un utile vademecum contro gli integralismi postmoderni...

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Amedeo
Recensioni: 5/5

ALTAMENTE CONSIGLIATO (per menti libere) Luttazzi non è solo divertente. E' acuto. Non è solo un comico satirico, ma un cittadino attento e dotato di spirito critico, come dovremmo essere tutti. Il libro contiene punti di vista estremamente intelligenti che destano riflessioni e qualche grassa risata. E' conformtante vedere che in Italia c'è ancora qualche barlume di autonomia di pensiero, qualche voce fuori dalla cupa cortina del pensiero unico.

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La recensione di IBS

È difficile definire Daniele Luttazzi: attore, musicista, giornalista, illustratore. Certamente è un comico, feroce e insolito, capace di spaziare dall'umorismo più surreale alla satira grottesca. Dopo i successi ottenuti con le sue trasmissioni televisive Barracuda e Satyricon, con i libri umoristici Sesso con Luttazzi e Bollito misto con mostarda, eccolo tornare nelle librerie con questa Guerra civile fredda, un libro di satira politica sull'«esito del progetto organico, reazionario, fatto di disuguaglianze e gerarchie, in atto da un ventennio nel nostro Paese».
Luttazzi in queste pagine esprime una tesi molto chiara: in Italia siamo ormai giunti all'egemonia berlusconiana. Berlusconi in questo momento controlla tutto. Come ci sarebbe arrivato, secondo il comico romagnolo? Prima ha edificato un impero mediatico, con tutti gli affari sospetti che sono anche oggetto delle cronache giudiziarie e, in seguito, avrebbe fatto propaganda per se stesso con sofisticate tecniche di marketing politico importate dall'America. Negli Stati Uniti, infatti, gli strateghi politici della destra repubblicana hanno scoperto che l'elettorato non vota in modo razionale, ma in base a suggestioni emotive. Il programma elettorale quindi diventa secondario, se non sai come raccontarlo. Vinci le elezioni (è questo il trucco prodigioso) se lo sai raccontare come una storia che crei con l'elettore un legame emotivo. Legato emotivamente, l'elettore sospende la sua capacità critica. E magari finisce per votare Berlusconi anche se a conti fatti non gli conviene. Ecco come Luttazzi spiega il fenomeno dell'operaio che vota per Berlusconi.
Il libro è un profluvio di esempi e di battute, di come la tecnica pubblicitaria del nostro premier riesca sempre a rubare la scena ai leader internazionali e dell'opposizione, e a ottenere i titoli delle prime pagine sui giornali italiani e stranieri. Luttazzi non gli risparmia i colpi bassi, ad esempio lo riprende per l'atteggiamento tenuto a l'Aquila dove, secondo l'autore, Berlusconi avrebbe raggiunto il nadir col terremoto: «Va ai funerali. Si scapicolla verso i parenti delle vittime. Piangeva più di loro. C'era gente che aveva perso i figli che lo consolava».
La satira di Luttazzi nella seconda parte del libro prende di mira anche i politici di centro e di sinistra, quelli del Partito Democratico, Prodi, Di Pietro, Mastella e tutti gli onorevoli che il comico definisce gli «Zombies di Montecitorio». A proposito dell'ex premier di centro sinistra, Luttazzi scrive che «Prodi ha saputo opporre alla fabula berlusconiana una storia originale. Nella storia di Prodi, il protagonista non era lui, ma un gruppo: prima l'Ulivo poi l'Unione». Ma nelle storie che parlano di un gruppo, ad esempio Il grande freddo, oppure Salvate il soldato Ryan, c'è in gioco un grande elemento emotivo: il gruppo sopravviverà agli eventi che lo minacciano, o si sfalderà? Questo genere di storie è molto avvincente, anche se finisce di solito con il gruppo che si sfalda. E infatti – scrive Luttazzi - «Mastella se ne andò, fine del gruppo, fine del film».
In questo libro non mancano le stilettate contro il Ggm, il «Giornalismo geneticamente modificato», ovvero quello servile nei confronti del potere e incapace di fare inchieste serie e scomode.
Un Luttazzi dunque a tutto campo, più scatenato e sferzante del solito, che regala ai suoi fan un altro tassello della sua originalissima verve comica e delle sue battute grottesche e surreali.

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Conosci l'autore

Daniele Luttazzi

1961, Santarcangelo di Romagna

Daniele Luttazzi è nato a Santarcangelo di Romagna nel 1961. Dopo una breve collaborazione a "Tango" di Staino come vignettista, decide di fare lo stand up comedian: dal 1988 a oggi ha scritto e interpretato sette monologhi satirici. Tv: Magazine 3 ('94, '95 Rai Tre), Mai dire gol ('96, '97, Italia Uno), Barracuda ('98, Italia Uno) e Satyricon (2001, Rai Due). Radio: Onde comiche ('92, Rai Radio Due).Ha scritto dieci libri umoristici: 101 cose da evitare a un funerale (1993), Locuste: come le formiche, solo più cattive (1994), Adenoidi (1995), Va' dove ti porta il clito (1995 Premio Satira Forte dei Marmi), C.R.A.M.P.O.: corso rapido di apprendimento minimo per ottenebrati (1996), Tabloid: con Panfilo Maria Lippi (e Dingo): buonasera (1997), Cosmico: una valida alternativa all'intrattenimento...

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