Memorie della grande mademoiselle

Il libro è, nel complesso, abbastanza interessante, anche se la parte in cui si narra il periodo della Fronda è un po' confusionario.

Un punto di vista insolito e affascinante sulla vita della corte francese nel periodo delle grandi rivoluzioni. È la storia avvincente e appassionata raccontata di una donna che ha saputo vivere il suo tempo e portarvi la sua piccola rivoluzione.

Ahimé,quante inesattezze in questi "bugiardini" editoriali! Rispetto alla precedente "descrizione" il curatore tiene a precisare che la Montpensier: - fu una "ricchissima ereditiera" per 5 giorni; il quinto giorno sua madre morì per averla partorita, e lei divenne la più ricca principessa d'Europa; alla morte del padre Gaston d'Orléans (che poteva lasciare il suo appannaggio solo a eredi maschi) non poté ereditarne nemmeno il nome; - non incarnò nessuna "faccia del Grand Siècle": fu semmai una personalità della Fronda; - (trasporre in un'opera tutti gli aspetti del Grand Siècle - per esempio dalle massime di La Rochefoucauld ai pensieri di Pascal, dall'eloquenza di Bossuet a quella di Retz - sarebbe stata un'impresa che nessuno tentò); - non fu "sensibile amante": castissima in ambiente dissoluto, non scoprì l'amore prima di aver compiuto quarantatré anni, e allora ne visse una storia tormentosa in cui fu ingannata da tutti, a cominciare da se stessa; - non ebbe talenti teorici d'alcun genere, meno che mai sul rapporto fra i sessi. Invece è vero che le femministe la vedono come antesignana, e non hanno torto: fu una donna leader, straordinariamente forte e lineare, fra maschi assai deboli e contorti.