Chiudi

Aggiungi l'articolo in

Chiudi
Aggiunto

L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri

Chiudi

Crea nuova lista

Shopper rossa
Ritorno in Germania - Hannah Arendt - copertina
Ritorno in Germania - Hannah Arendt - copertina
Dati e Statistiche
Wishlist Salvato in 17 liste dei desideri
Ritorno in Germania
Disponibilità immediata
7,36 €
-5% 7,75 €
7,36 € 7,75 € -5%
Disp. immediata
Chiudi
Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
ibs
7,36 € Spedizione gratuita
disponibilità immediata disponibilità immediata
Info
Nuovo
Libreria Internazionale Romagnosi snc
7,75 € + 8,90 € Spedizione
disponibile in 3 giorni lavorativi disponibile in 3 giorni lavorativi
Info
Nuovo
Libreria Bortoloso
7,75 € + 6,30 € Spedizione
disponibile in 5 giorni lavorativi disponibile in 5 giorni lavorativi
Info
Nuovo
Libreria Nani
7,75 € + 6,50 € Spedizione
disponibile in 8 giorni lavorativi disponibile in 8 giorni lavorativi
Info
Nuovo
Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
ibs
7,36 € Spedizione gratuita
disponibilità immediata disponibilità immediata
Info
Nuovo
Libreria Internazionale Romagnosi snc
7,75 € + 8,90 € Spedizione
disponibile in 3 giorni lavorativi disponibile in 3 giorni lavorativi
Info
Nuovo
Libreria Bortoloso
7,75 € + 6,30 € Spedizione
disponibile in 5 giorni lavorativi disponibile in 5 giorni lavorativi
Info
Nuovo
Libreria Nani
7,75 € + 6,50 € Spedizione
disponibile in 8 giorni lavorativi disponibile in 8 giorni lavorativi
Info
Nuovo
Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
Chiudi

Tutti i formati ed edizioni

Chiudi
Ritorno in Germania - Hannah Arendt - copertina
Chiudi

Promo attive (0)

Descrizione


«In meno di sei anni la Germania ha distrutto la struttura morale del mondo occidentale con un delitto che nessuno avrebbe mai pensato possibile. L'unica alternativa pensabile al programma di denazificazione sarebbe stata una rivoluzione: l'esplosione di rabbia spontanea del popolo tedesco contro tutti coloro che erano noti come esponenti di primo piano del regime nazista».

Per la prima volta dopo la fuga in Francia e la successiva emigrazione negli Stati Uniti, Hannah Arendt, tra l'agosto del 1949 e il marzo del 1950, fece ritorno in Germania su incarico della Commission on European Jewish Cultural Reconstruction. Le impressioni, le esperienze e le conoscenze di questo viaggio attraverso una Germania non solo esteriormente distrutta vennero raccolte dalla Arendt nel saggio che qui pubblichiamo, apparso nell'autunno del 1950 sulle pagine della rivista «Commentary» e inedito in italiano. Questo testo, forse il più intelligente, commosso e puntuale tra quelli scritti sul tema «Germania anno zero», è il tentativo di una donna estremamente sensibile di superare con la forza dell'intelligenza il dolore, l'amarezza personale e il risentimento nei confronti del proprio paese dopo la tragica esperienza del nazionalsocialismo, della seconda guerra mondiale e della Shoà. Non solo ricordo, non solo testimonianza: l'opera della Arendt suona ancor oggi sorprendentemente attuale, nel momento in cui la Germania, a mezzo secolo di distanza da quegli avvenimenti, torna a occupare un ruolo centrale nel vecchio continente e nella vicenda geopolitica dell'intero pianeta.

Leggi di più Leggi di meno

Dettagli

1996
7 settembre 1996
64 p.
9788879892810

Valutazioni e recensioni

5/5
Recensioni: 5/5
(1)
Scrivi una recensione Scrivi una recensione
5
(1)
4
(0)
3
(0)
2
(0)
1
(0)

Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.

Piz/Zip
Recensioni: 5/5

Un saggio lucidissimo, una finestra aperta sulla Germania a cinque anni dalla fine della guerra. Alcuni aspetti non sono ancora stati risolti, e leggendo si ha continuamente l'impressione di entrare ed uscire da un'analisi storica e dal vissuto contemporaneo.

Leggi di più Leggi di meno
Chiudi

Recensioni

5/5
Recensioni: 5/5
Scrivi una recensione Scrivi una recensione
5
(1)
4
(0)
3
(0)
2
(0)
1
(0)

Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.

Voce della critica

JASPERS, KARL, La questione della colpa. Sulla responsabilità politica della Germania
ARENDT, HANNAH, Ritorno in Germania
recensione di Pianciola, C., L'Indice 1997, n. 5

Lo scritto di Jaspers, riproposto in nuova traduzione, è la rielaborazione di lezioni che tenne nel 1945-46 a Heidelberg (da poco liberata dagli americani, che avevano salvato il filosofo - che i nazisti avevano destituito dall'insegnamento e privato del passaporto - e la moglie ebrea dalla minaccia della deportazione). La meditazione di Jaspers è intrecciata con quella di Hannah Arendt, l'ex allieva che aveva ripreso intensi scambi con lui dopo la guerra. Il breve saggio arendtiano del 1950 "Ritorno in Germania" termina affermando che "le attuali condizioni della Germania sono molto più un caso esemplare delle conseguenze del totalitarismo che una manifestazione del 'problema tedesco' in sé". Il fenomeno più sconcertante era per lei la fuga dalla realtà e dalla responsabilità di ciò che era accaduto.
La colpa e la responsabilità sono anche al centro delle riflessioni di Jaspers all'epoca del processo di Norimberga. Ci sono quattro tipi di colpa: criminale, morale, politica e metafisica. Dal punto di vista criminale e morale si può giudicare sempre soltanto la persona singola, mai una collettività; proprio i nazisti pretendevano che non ci fosse distinzione tra i singoli tedeschi e il "Volk" e sterminavano in nome dell'appartenenza ascrittiva. Diversa è la colpa politica: i tedeschi sono collettivamente responsabili, in diverse gradazioni, dell'ascesa e delle azioni del regime che hanno, se non attivamente sostenuto, tollerato; anche gli apolitici sono responsabili di quello che hanno permesso che si facesse con la loro astensione. In ultima analisi "un popolo è responsabile per la propria forma di governo". Tuttavia "c'è anche una colpa collettiva, dal punto di vista morale, nella maniera di vivere di una popolazione, maniera di vivere alla quale io come singolo prendo parte". Infine c'è la colpa "metafisica". Qui Jaspers rielabora, anche nelle tonalità di una religiosità non confessionale, un'idea contenuta nell'importante saggio arendtiano del '45 su "Colpa organizzata e responsabilità universale" (in "Ebraismo e modernità", a cura di Giovanna Bettini,Feltrinelli, 1993): l'appartenenza pregiuridica e prepolitica a una comune umanità fa sì che se "mi sono trovato presente e sopravvivo, dove un altro viene ucciso, in me parla una voce che mi dice che la mia colpa è il fatto di essere ancora vivo", dice Jaspers, e "gli uomini, in una forma o nell'altra, devono assumere la responsabilità di tutti i crimini commessi dagli uomini", dice Arendt. Si tratta però di non confondere i piani e i diversi tipi di colpa e di responsabilità.
Nella prefazione Galimberti svolge la tesi che la tecnica, con la sua efficienza anonima, e la riduzione degli individui a oggetto e strumento di apparati, "sottrae all'etica il principio della responsabilità personale, che era poi il terreno su cui tutte le etiche tradizionali erano cresciute": tesi che era già abbozzata in "Heidegger, Jaspers e il tramonto dell'Occidente" (1975, ora Il Saggiatore, 1996) ed è qui argomentata anche avvalendosi delle riflessioni di Anders. Meno globali le considerazioni svolte da Bolaffi, che mette in rilievo il rifiuto arendtiano di addossare le colpe del nazismo alle peculiarità della storia e della cultura tedesche piuttosto che al fenomeno, storicamente inedito e senza continuità con la tradizione, rappresentato dal totalitarismo. Più discutibile la rivalutazione dell'opera di rottura con il passato svolta da Adenauer, figura che Hannah Arendt non avrebbe compreso e adeguatamente considerato

Leggi di più Leggi di meno

La recensione di IBS

Per la prima volta dopo la fuga in Francia e la successiva emigrazione negli Stati Uniti, Hannah Arendt, tra l'agosto del 1949 e il marzo del 1950, fece ritorno in Germania su incarico della Commission on European Jewish Cultural Reconstruction. Le impressioni, le esperienze e le conoscenze di questo viaggio attraverso una Germania non solo esteriormente distrutta vennero raccolte dalla Arendt nel saggio che qui pubblichiamo, apparso nell'autunno del 1950 sulle pagine della rivista «Commentary» e inedito in italiano. Questo testo, forse il più intelligente, commosso e puntuale tra quelli scritti sul tema «Germania anno zero», è il tentativo di una donna estremamente sensibile di superare con la forza dell'intelligenza il dolore, l'amarezza personale e il risentimento nei confronti del proprio paese dopo la tragica esperienza del nazionalsocialismo, della seconda guerra mondiale e della Shoà. Non solo ricordo, non solo testimonianza: l'opera della Arendt suona ancor oggi sorprendentemente attuale, nel momento in cui la Germania, a mezzo secolo di distanza da quegli avvenimenti, torna a occupare un ruolo centrale nel vecchio continente e nella vicenda geopolitica dell'intero pianeta.

Leggi di più Leggi di meno

Conosci l'autore

Hannah Arendt

1906, Linden (Germania)

Filosofa tedesca. Formatasi nelle università di Marburgo, Friburgo e Heidelberg, ebbe come maestri Heidegger, R. Bultmann e K. Jaspers.Di origini ebraiche, nel 1933 emigrò in Francia, per poi trasferirsi negli Stati Uniti nel 1940.I suoi principali interessi si sono orientati sull’agire politico, inteso come dimensione pubblica dell’esistenza umana.In "Le origini del totalitarismo" (1951), la Arendt ricostruisce il processo storicoche ha condotto alle dittature europee e alla seconda guerra mondiale; i momenti decisivi di tale processo (antisemitismo, imperialismo e trasformazione plebiscitaria delle democrazie) sono interpretati come effetti di una complessiva de-politicizzazione della cultura moderna."Vita activa" (1958) propone l’e1aborazione in termini filosofici...

Chiudi
Aggiunto

L'articolo è stato aggiunto al carrello

Chiudi

Aggiungi l'articolo in

Chiudi
Aggiunto

L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri

Chiudi

Crea nuova lista

Chiudi

Chiudi

Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.

Chiudi

Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore