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Napoleone e Washington. Bonaparte e il modello americano dal Consolato all'Impero - Bronislaw Baczko - copertina
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Descrizione


Bronislaw Baczko fa una rilettura inedita della travolgente ascesa di Napoleone Bonaparte, il figlio della Rivoluzione che nel 1799 conquista il potere con il colpo di Stato del 18 brumaio, primo passo di una parabola che condurrà alla fine dell'esperimento repubblicano e alla proclamazione dell'Impero. Passando al setaccio un'ampia varietà di fonti dell'epoca, dai diari alle lettere private, dai discorsi pubblici ai pamphlet agli atti ufficiali, l'autore illustra come le decisive vicende di questi anni siano state vissute, deformate e rappresentate dai contemporanei, fino a delineare un'immagine che influenzerà le successive interpretazioni. Attorno alla grandiosa figura di Napoleone ruotano quelle di personaggi minori il cui ruolo permette però di cogliere l'atmosfera dell'epoca, i riflessi dei grandi eventi sulla rappresentazione quotidiana della politica. In particolare Baczko getta una luce nuova sui timori e sulle aspettative suscitati dall'avvento al potere del generale, sulle manovre innescate da questa svolta istituzionale. Come si comporterà Bonaparte? Sarà un nuovo Cesare, un nuovo Cromwell o un nuovo Washington? E se dovesse scomparire, a chi toccherà prenderne il posto e continuarne l'opera? La risposta verrà presto con l'instaurazione di un impero ereditario che deluderà le speranze di coloro che avevano creduto di scorgere in lui un possibile Washington francese, novello paladino delle libertà repubblicane e dei nobili ideali rivoluzionari.
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Dettagli

2009
25 giugno 2009
137 p., Rilegato
9788860364104

Voce della critica

Il volume traduce un capitolo della monografia del 2008 Politiques de la Révolution Française. Il titolo originario di queste pagine è negativo (Un Washington manqué: Napoléon Bonaparte), a partire dal parallelo tracciato da Chateaubriand nei suoi Mémoires d'outre-tombe. L'immagine di Napoleone come "altro Washington" circola infatti tra il colpo di stato del 18 brumaio e l'incoronazione imperiale: un arco di tempo ristretto, ma delicatissimo. Paragonato dagli oppositori a Cesare e Cromwell nel momento del colpo di mano, Bonaparte non manifesta solo "un attivismo straripante", ma compie gesti di alto "valore simbolico", unendoli a una "nuova retorica" che modifica "lo stile del potere". Così, la propaganda insiste sulla "riconciliazione di tutti i francesi", mentre il Primo console proclama una Costituzione che agisce come "strumento" nelle sue mani, legittimando la propria azione, ma anche personalizzandola. La "frode elettorale" del plebiscito conferma poi il suo "spudorato cinismo politico" e insieme un "sovrano disprezzo" per quel "popolo" di cui si considera il "solo vero rappresentante". La liquidazione degli avversari rende poi improponibile il paragone fra Bonaparte e Washington. L'americano incarna la figura di un "Cincinnato moderno", che "pone il bene pubblico al di sopra delle proprie ambizioni". L'intera vicenda del francese contraddice quest'immagine, a dispetto dell'oratoria cortigiana e della leggenda elaborata da Napoleone stesso durante l'esilio: quella di un "Washington coronato" che "esercita una dittatura universale e opera a suo piacimento per la felicità del suo popolo, senza chiederne il parere e concedendogli quel tanto di libertà che ritenga utile per il suo bene".
Rinaldo Rinaldi

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