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Discorso della virtù femminile e donnesca - Torquato Tasso - copertina
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Discorso della virtù femminile e donnesca
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Discorso della virtù femminile e donnesca - Torquato Tasso - copertina

Descrizione


Un ragionamento sulla «virtù umana feminile» e sulle opinioni degli uomini eccellenti intorno ad essa.

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Dettagli

1997
18 aprile 1997
88 p.
9788838913358

Voce della critica


scheda di Bo, R., L'Indice 1997, n. 9

Il breve "ragionamento" tassiano, concepito intorno al delicato argomento della virtù muliebre, pur collocandosi nell'ambito della trattatistica cortigiana, se ne distacca per l'esplicito desiderio dell'autore di voler rivestire piuttosto i panni del filosofo che quelli del maestro o dell'istitutore. La modernità e la profondità della visione che il trentaseienne Torquato, al secondo anno di reclusione nell'ospedale-prigione di Sant'Anna, dimostra di possedere circa le peculiarità della virtù "donnesca" (il tutto a partire dalle "opinioni" pronunciate da "uomini eccellenti", da Tucidide in avanti) stupirebbe solo qualora si decontestualizzasse tale scritto rispetto all'opera sua, qualora non si tenesse adeguatamente in conto la straordinaria capacità di penetrazione nella psicologia femminile dimostrata dal Tasso poeta. A ricordare tale dote, evidenziando nel contempo i tratti fondamentali della relazione fra il presente scritto e le coordinate filosofico-letterarie risonanti in esso, contribuisce con efficacia la prefazione di Maria Luisa Doglio, che sottolinea opportunamente l'assoluta centralità della coppia di termini "feminile" e "donnesco", il loro completarsi e contrapporsi in queste pagine dove allo stagliarsi di un tipo di donna regale, eroica, cui si confanno natali nobilissimi, doti non comuni, capacità di governo nel senso più ampio del termine, fa da contrappunto la persistenza di una delicata attenzione a una femminilità sensuale, impalpabilmente erotica, affidata alle metafore barocche dello specchio, del ritratto e dall'evocazione di figure quali Didone. Tuttavia, nonostante la seduzione esercitata da questa più consueta rappresentazione del femminile, vere protagoniste del "Discorso" restano le creature votate alla ricerca della perfezione morale, modelli di pensiero e comportamento, donne sorprendentemente considerate pari all'uomo sul piano - invero non trascurabile - della virtù eroica, e forse persino più accreditate in quanto generatrici. Un Tasso, se non proprio femminista, certamente rivoluzionario, in grado, come ricorda Doglio, di ribaltare accuse e biasimi innestando, nell'antica diatriba fra i sessi, la "laudatio" a favore di una donna "che associa alla perfezione della realtà corporea (...) la capacità di vedere nel profondo e di penetrare l'essenza delle cose".

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La recensione di IBS

Un ragionamento sulla «virtù umana feminile» e sulle opinioni degli uomini eccellenti intorno ad essa.

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Torquato Tasso

1544, Sorrento

Tra i maggiori poeti italiani del Cinquecento, nelle sue opere appaiono già rappresentate le aspirazioni e le contraddizioni dell'uomo moderno. Dopo la composizione della favola pastorale Aminta (1573), in cui riprese i motivi sentimentali e idillici della tradizione bucolica classica, Tasso rinnovò il poema cavalleresco con la Gerusalemme liberata (ultimata nel 1575), rielaborazione di un evento storico in cui l'autore inserì temi diversi per presentare la visione di un mondo pieno di conflitti e di contraddizioni, nel quale lottano da una parte le potenze angeliche e il senso cristiano del meraviglioso, dall'altra le potenze infernali e la magia diabolica. Tasso dedicò gli ultimi anni di vita alla riscrittura delle sue opere e alla composizione di nuovi testi...

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